Sabato 5 ottobre alle 14.30 a Lamon si terrà una grande manifestazione contro la realizzazione della diga sul torrente Vanoi, fra Veneto e Trentino, tutta la popolazione è invitata a partecipare. Hanno dato la loro adesione numerose autorità, tra cui spicca il presidente della Provincia di Belluno Roberto Padrin. Palazzo Piloni ha più volte espresso la netta contrarietà alla realizzazione del nuovo invaso.
A Lamon probabilmente sarà presente anche Massimo Bortoluzzi, consigliere della Provincia di Belluno, con delega a difesa del suolo, protezione civile, demanio idrico. «Siamo contrari a quest’opera, e non perché siamo contro la pianura! Siamo contrari per un motivo semplice: parliamo di una zona ad alto rischio geologico, P4 su una scala di 4 gradi, quindi per forza di cose un elemento di insicurezza comunque c’è in quella valle. Possono fare tutti gli studi, ma questo sarà il risultato finale: è una cosa che non si deve fare in quel posto».
E poi, in buona sostanza, quel bacino artificiale non serve. «Ci sono tante misure alternative, che non sono state prese in considerazione» allarga le braccia Bortoluzzi. «Per esempio il progetto presentato dal Consorzio Brenta non tiene conto della possibilità dello svuotamento dei laghi: come Provincia stiamo presentando delle richieste agli uffici dighe per capire quanto sono pieni di materiale i laghi a monte del bacino ipotizzato. Se li svuotassimo o se venissero svuotati, quanti metri cubi di invaso si recupererebbero? A Ponte Serra si parla dell’interramento del lago per il 96%, se non vado errato, significherebbe che è praticamente del tutto interrato. Inoltre, il Consorzio non ha tenuto conto di valutazioni che si possono fare in merito alla possibilità di cambiare le colture dove c’è bisogno di minore risorsa idrica».
Ma l’elenco delle possibilità alternative per il reperimento di risorsa idrica aggiuntiva, a fini irrigui, non termina qui. «Il Consorzio Brenta non ha tenuto conto neanche delle modifiche che si possono effettuare sugli impianti di irrigazione», un tema importante e ben noto, in giro per il Veneto si vedono ancora le canalette di irrigazione a cielo aperto, che subiscono una forte evaporazione con spreco dell’acqua prelevata da laghi, fiumi e torrenti.
Però il Consorzio Brenta, che ha sede a Cittadella e ha progettato l’opera senza prima istituire un dialogo con i soggetti bellunesi, tira dritto. Vuole fare la diga. Sostiene che non sono necessari finanziamenti pubblici perché l’investimento può essere coperto dai privati. La finalità irrigua può trovare delle alternative? Il Consorzio non molla e allora propone un altro utilizzo per il bacino (l’importante è realizzarlo).
«Adesso hanno cambiato rotta» ricorda Massimo Bortoluzzi «perché nell’ultima videoconferenza hanno indicato come priorità la funzione di bacino di laminazione», quegli invasi che vengono utilizzati per contenere le piene in caso di eventi meteo estremi. «Prima parlavano sempre di irrigazione e di gestione irrigua per scopi agricoli» sbotta Bortoluzzi: «ma non è certo il Consorzio Brenta che può decidere come agire! La laminazione per la gestione di eventuali inondazioni è materia dell’autorità di bacino, mica loro, è evidente che vogliono spostare l’attenzione».
La Provincia di Belluno sa che i bellunesi sono contrari, se ne fa portavoce. «Il territorio è tutto contro, sono tutti contro. Oggi conosciamo la posizione contraria di Trento, ma negli incontri pubblici il presidente del Consorzio dice di aver incontrato più volte nella fase iniziale gli esponenti della Provincia di Trento», evidentemente un dialogo era stato messo in piedi e poi quando ci si è accorti che sussistono diversi problemi sono tornati indietro.
E in Regione del Veneto? «In provincia di Belluno la posizione della politica ormai è netta, quella del territorio anche e mi sembra che cominci a essere netta anche in Regione, dove Bottacin e anche Zaia si sono espressi: hanno paura per i rischi dal punto di vista geologico».
Bortoluzzi, come finirà? «Io penso che rimarrà un progetto, che non verrà eseguito, che prima di realizzare una cosa del genere comunque bisognerà fare altri tipi di opere, come la pulizia dei laghi. Io non penso che che andrà avanti».
E Roma? Se il Governo conferisse al progetto l’interesse nazionale si andrebbe avanti, e ricordiamo che già il Consorzio ha ottenuto fondi pubblici per la prima progettazione, attraverso il Pnrr. «Ieri Salvini alla Camera non ha detto “no”, però ha detto che a Roma non è ancora arrivato nessun progetto. Quando arriverà, non ci saranno neanche più i soldi del Pnrr per realizzarlo, secondo il mio punto di vista. L’iter è ancora lungo».
«Oggi mando un’altra lettera: l’altro giorno è arrivata un’ulteriore convocazione per un ulteriore riunione on-line e io spedisco nuovamente la richiesta di una consultazione in presenza nel Feltrino, vediamo se ci ascoltano. Deve decidere il Consorzio Brenta se farla qui, è tutto in mano a loro. Secondo me sono ormai demoralizzati, da come li ho visti agli incontri pubblici di Padova a Cittadella. Certo, lo studio di fattibilità costa tanto e dovranno motivare bene se decidono di fermarsi. Però io sono convinto che con tutto il territorio contro e anche con la politica, in questo momento, contro, sarà difficile che vadano avanti».
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1 commento
Francesco
Il prossimo anno ci sono le elezioni regionali…poi staremo a vedere comunque non è un buon segno….