Il cormorano e la marmorata: due specie entrambe protette, messe in discussione l’una dall’altra. Il tema è quello dell’incidenza degli animali ittiofagi, che mettono in difficoltà la sopravvivenza della trota autoctona del Bellunese nei corsi d’acqua dell’asta del Piave. Il problema è stato affrontato qualche giorno fa nell’ultimo incontro tra la vicepresidente della Provincia di Belluno, Silvia Calligaro, delegata a caccia e pesca, e i bacini di pesca del basso Bellunese. Erano presenti i bacini di Agordo, Alpago, Piave-Cordevole, Acque Feltrine, Cismon-Fiorello e Lago del Corlo.
«Abbiamo raccolto la preoccupazione del mondo dei pescatori rispetto alla presenza sempre maggiore di cormorani. Presenza che mette in fortissima difficoltà la sopravvivenza della trota marmorata» spiega la vicepresidente Calligaro. «Nel corso del 2024 la Provincia ha rilasciato circa mezzo milione di avannotti (i piccoli) di marmorata, con un notevole sforzo che rischia di essere in gran parte vanificato dalla voracità dei cormorani. Il problema è che sia la marmorata sia il cormorano sono specie protette. Bisognerà lavorare per arrivare a un punto di equilibrio, anche chiedendo deroghe specifiche».
«La collaborazione con i bacini di pesca», conclude la vice presidente Calligaro, «è sempre molto proficua ed è stata ribadita anche nell’ultimo incontro, nel quale si è parlato anche di pescaturismo e delle potenzialità ancora inespresse del territorio».
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