Un viaggio nell’arte di morire (e di vivere) e nelle rappresentazioni della morte declinate dalle diverse epoche. È la proposta dell’associazione Cucchini per le celebrazioni del patrono di Belluno, San Martino, che è anche simbolo delle cure palliative. Venerdì 8 novembre, alle ore 18, in Sala Bianchi arriverà Luisa Fantinel, storica dell’arte, arte-terapeuta, scrittrice e divulgatrice. Tra i suoi libri più famosi c’è proprio «L’arte di morire (e di vivere)» edito da Skira, che sarà anche il titolo della serata-conferenza.
Fantinel esplorerà l’universo legato alla rappresentazione della morte che da almeno un secolo nella società occidentale è stata progressivamente trasformata in un segreto. Per migliaia di anni, invece, nella storia dell’umanità la morte è stata pensata e rappresentata con forme che predisponevano al destino mortale, preparando con maggior equilibrio e naturalezza alla finitezza umana e al senso del limite.
«L’intenzione è di offrire alla cittadinanza una serata che possa essere un’esperienza di arricchimento», spiega il professor Paolo Colleselli, presidente dell’associazione Cucchini, che da quasi 40 anni si occupa di cure palliative, in supporto al sistema sanitario, e di aiutare le persone ammalate e i loro famigliari. «Non si tratterà solo di riflettere sulla morte, ma di provare a interpretare l’arte di vivere per avvicinarsi con una consapevole leggerezza al momento del trapasso».
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/