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lunedì 15 Dicembre 2025,

Bellunesi illustri premiati per il loro contributo in Italia e nel mondo

Sabato 23 novembre, a Rasai (Seren del Grappa), la consegna del Premio internazionale “Bellunesi che onorano la provincia in Italia e nel mondo”.

Si è svolta a Rasai di Seren del Grappa la cerimonia di consegna del Premio internazionale “Bellunesi che onorano la provincia in Italia e nel mondo”, un riconoscimento che celebra le eccellenze legate alla terra dolomitica. L’evento, organizzato dalla Provincia di Belluno, dall’Associazione Bellunesi nel Mondo (Abm) e dal Rotary Club, è stato descritto come una «festa dell’orgoglio delle radici» e ha offerto l’occasione di riflettere sull’eredità e sul valore dell’emigrazione bellunese.

Un’eredità che guarda al futuro

«Per anni i nostri compaesani hanno lasciato il Bellunese in cerca di fortuna, portando con sé dignità, voglia di lavorare e la concretezza dolomitica. Oggi l’emigrazione è diversa: non si scappa, ma si sceglie di esplorare nuove opportunità», ha affermato Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno, sottolineando il legame profondo che unisce gli emigrati alla loro terra d’origine. «Chi lascia il Bellunese diventa cittadino del mondo, ma rimane legato al cuore delle Dolomiti, come dimostra questo premio».

Padrin ha citato alcune riflessioni emerse nell’edizione precedente, tra cui: «Ricevere questo premio significa valorizzare le origini bellunesi. Ho imparato qui valori veri e autentici, come l’onestà, la solidarietà e il rispetto delle tradizioni. Se non fossi nato qui, forse non avrei raggiunto ciò che ho ottenuto».

I premiati

La cerimonia ha reso omaggio a figure che si sono distinte in vari settori, dai campi accademici e artistici alla solidarietà.

Ferdinando Samaria, imprenditore e docente presso l’Università di Cambridge, ha ricevuto il premio per il settore economico e professionale. Esperto di intelligenza artificiale e moneta digitale, Samaria ha commentato: «I soldi si guadagnano lavorando, non con la finanza. La tecnologia può aiutarci, ma dobbiamo considerare le sue conseguenze sui giovani».

Per il settore istituzioni, arte e cultura, il riconoscimento è andato a Paola De Martin e a Michele Rech, in arte ZeroCalcare. De Martin, nata a Zurigo e impegnata nel progetto etnografico Schwarzenbach-Komplex, ha ringraziato le generazioni precedenti: «Se la Svizzera è pulita e prospera, è grazie ai migranti italiani che l’hanno costruita. Questo premio è anche loro».

ZeroCalcare ha invece ricordato il legame con Seren del Grappa, dove la scuola media porta il nome del nonno Leonida Rech. «Mio nonno sarebbe contento di vedermi qui. Noi siamo la somma di chi ci ha preceduto. Ho ancora un legame profondo con questa terra, nonostante le cadute nello Stizzon da bambino».

Per il settore sociale e solidaristico, il premio è stato assegnato a Mariaelena Pierobon, professoressa in Virginia specializzata in metodi innovativi per la diagnosi del cancro. «A Belluno ho imparato la resilienza, che mi ha aiutato ad adattarmi in un Paese straniero. Questo premio lo dedico a chi si è sacrificato per darmi l’opportunità di studiare».

Un riconoscimento speciale “Barcelloni Corte – De Martin Modolado” è andato a Gioachino Bratti, ex sindaco di Longarone durante la ricostruzione post Vajont. Bratti ha ricordato il valore umano degli emigranti bellunesi, definendolo un patrimonio oltre le loro capacità professionali.

Infine, un premio alla memoria è stato conferito a Claudio Colmanet, violinista e direttore d’orchestra scomparso un anno fa, per il suo contributo artistico.

Un evento per celebrare il legame con le Dolomiti

La cerimonia ha ribadito l’importanza delle radici bellunesi e il valore del lavoro di chi, in silenzio, ha costruito il proprio successo senza dimenticare il legame con la propria terra. Un segnale che anche oggi, in un contesto globale, la cultura dolomitica continua a fare la differenza.

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