Si è concluso nella serata di ieri, sabato 4 gennaio, un complesso intervento di recupero che ha visto protagonisti tre giovani escursionisti, scivolati in un ripido canale situato oltre 200 metri sotto la cresta del Monte Pianina. I tre stavano percorrendo l’itinerario dell’Alta Via numero 7 quando, intorno alle 16.30, uno di loro ha contattato la Centrale del 118 per chiedere aiuto. La chiamata, probabilmente effettuata in stato confusionale, conteneva indicazioni che si sono poi rivelate imprecise, collocando erroneamente il gruppo nella zona di Cima Vacche.
Subito dopo la segnalazione, l’elicottero Falco 2 è decollato da Belluno per avviare una lunga e difficoltosa ricerca, che ha permesso di individuare i tre escursionisti in un punto particolarmente impervio. Secondo quanto ricostruito, i giovani avrebbero dovuto imboccare il sentiero di discesa da Forcella Grava Piana, ma una possibile rottura di un cornicione o un errore di valutazione li ha portati a cadere nello stretto e ripido canale tra il Monte Pianina e il Sestier. I ragazzi si trovavano feriti e separati tra loro, con alcuni bloccati sul bordo di salti di roccia.
Il primo intervento ha coinvolto un ventenne di Pordenone, individuato nella posizione più bassa. Il tecnico di elisoccorso, calato con un verricello di 60 metri, lo ha issato a bordo dell’elicottero e trasferito al campo base di Casera Pian de le Stele, dove il giovane è stato affidato alle cure dell’equipe medica. Successivamente, l’elicottero ha tentato di avvicinarsi agli altri due ragazzi, ma l’intervento è stato complicato dalla presenza di un grande telo di plastica fuoriuscito dagli zaini durante la caduta. Il telo, sollevato dal vento generato dal rotore, rappresentava un rischio significativo per le operazioni.
Nonostante i ripetuti tentativi di allontanare il telo con il flusso del rotore, Falco 2 è stato costretto a rientrare, lasciando sul posto il proprio tecnico di elisoccorso. Nel frattempo, una squadra di soccorritori della Stazione dell’Alpago si è preparata per un eventuale intervento via terra. Anche l’eliambulanza di Pieve di Cadore ha provato un avvicinamento, senza successo. A questo punto, è stato richiesto l’intervento dell’elicottero di Trento, che ha preso a bordo il tecnico bellunese.
La situazione è stata risolta solo quando il ragazzo bloccato più in alto è riuscito a recuperare e ripiegare il telo di plastica, consentendo di completare le operazioni di salvataggio. Gli ultimi due escursionisti, un ventenne di Pieve di Soligo (TV) e un diciannovenne di Cologna Veneta (VR), sono stati recuperati con il verricello in due rotazioni dal tecnico di elisoccorso trentino. Entrambi sono stati trasportati con possibili politraumi all’ospedale Santa Chiara di Trento, mentre il primo giovane è stato ricoverato all’ospedale San Martino di Belluno con sospetti traumi.
L’intervento ha richiesto un notevole sforzo coordinato tra diverse squadre di soccorso e ha messo in evidenza l’importanza di un’attenta pianificazione e gestione delle operazioni in contesti montani estremamente difficili.
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