Lunedì 13 gennaio i lavoratori metalmeccanici della provincia di Belluno incroceranno le braccia per uno sciopero di otto ore, accompagnato da un presidio previsto dalle 10 alle 12 davanti alla sede di Confindustria Belluno. La mobilitazione – fa sapere una nota delle tre sigle sindacali – è stata indetta dalle segreterie provinciali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, a seguito della rottura delle trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale Federmeccanica-Assistal. L’ultimo incontro tra le parti risale al 12 novembre 2024, ma si è concluso senza alcun accordo.
Il contratto, scaduto il 30 giugno 2024, interessa circa 6.000 lavoratori nel Bellunese. Le associazioni datoriali, Federmeccanica e Assistal, hanno rigettato le proposte avanzate dai sindacati nella piattaforma unitaria, aumentando il divario tra le parti sia sui temi economici che su quelli normativi.
La piattaforma sindacale prevede, tra le altre richieste, un aumento salariale di 280 euro distribuiti in tre anni, la sperimentazione di un orario lavorativo di 35 ore settimanali a parità di salario, misure per incentivare la stabilità occupazionale e contrastare la precarietà, il raddoppio delle ore dedicate alla formazione professionale da 8 a 16, e interventi specifici su salute, sicurezza e conciliazione tra vita privata e lavoro. Quest’ultimo aspetto include proposte di welfare aziendale e maggiore flessibilità oraria.
Le associazioni datoriali, tuttavia, hanno ritenuto eccessive le richieste economiche, proponendo un incremento di soli 173 euro spalmati su quattro anni. Hanno inoltre richiesto modifiche al meccanismo di erogazione salariale, tra cui un posticipo di sei mesi nei pagamenti in caso di discrepanze tra inflazione prevista e consuntivata. Nulla di fatto anche su altre questioni normative, come la parità di genere, la riduzione dell’orario di lavoro, lo smart working, e la stabilizzazione dei contratti precari.
I rappresentanti sindacali hanno espresso una dura critica al comportamento delle controparti. Stefano Bona della Fiom Cgil Belluno, Matteo Caregnato della Fim Cisl Belluno Treviso e Antonino Colombo della Uilm Uil Belluno hanno dichiarato: «Federmeccanica e Assistal hanno messo in atto un comportamento inaccettabile, rifiutando le nostre richieste su aumenti salariali adeguati, stabilità occupazionale e miglioramenti normativi per i lavoratori. Le contropartite proposte non rispondono alle sfide economiche e sociali che il settore metalmeccanico deve affrontare».
Per queste ragioni, i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e organizzato lo sciopero e la manifestazione davanti alla sede di Confindustria, al fine di difendere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. La protesta rappresenta un momento cruciale per sottolineare le istanze dei metalmeccanici e cercare di riaprire il dialogo con le associazioni imprenditoriali.
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