Si è aperto ieri, sabato 11 gennaio, nel centro storico di Belluno il primo Forum delle Mascherate Arcaiche Dolomitiche, un evento che riunisce le province di Belluno, Trento e Udine, per celebrare le antiche tradizioni di queste terre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione Borgo Piave ETC APS, rappresenta un momento di riflessione sul valore culturale e identitario di queste mascherate, con l’obiettivo di candidarle come patrimonio immateriale Unesco.
Il sindaco di Belluno, Oscar De Pellegrin, ha espresso soddisfazione per il ruolo della città nell’ospitare e sostenere questa iniziativa. «Siamo profondamente fieri, come Giunta, che il primo Forum delle Mascherate Arcaiche Dolomitiche sia un’idea partita dal nostro territorio e che esso ne ospiti la prima edizione», ha dichiarato in una nota diffusa nel pomeriggio. «Un territorio consapevole e orgoglioso della propria identità è un territorio che sa aprirsi all’altro e al futuro con consapevolezza di chi è e di dove vuole andare».
Nel suo intervento, il sindaco ha sottolineato l’importanza di preservare le tradizioni locali in un mondo sempre più globalizzato. «Quando parliamo di spopolamento e fragilità delle terre alte, parliamo anche di un’identità che va difesa e tramandata con orgoglio. Le mascherate arcaiche non sono solo un elemento culturale, ma rappresentano un insieme di valori, credenze e pratiche che ci definiscono come comunità. Preservare queste tradizioni significa mantenere viva la memoria collettiva e fornire ai nostri giovani un punto di riferimento sicuro in tempi di cambiamento».
De Pellegrin ha poi sottolineato il valore della candidatura Unesco, definendola «non solo un riconoscimento del loro valore storico e culturale, ma un impegno verso la conservazione e la valorizzazione di un patrimonio che ci definisce». Ha infine ringraziato gli organizzatori per il loro lavoro nel rendere possibile questo importante momento di confronto.
Il Forum rappresenta un’occasione per rafforzare il legame tra passato e futuro, mettendo in luce le tradizioni che continuano a dare identità e significato alle comunità delle Dolomiti.
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3 commenti
Rita S.
Peccato che molte persone, abitanti in zona, non ne sapevano niente, o forse avevano sentito parlare solo di maschere come oggetti, e non di sfilata di persone con gli abiti originali, caratteristici delle varie vallate. Per i Krampus, che non sono di origine “nostrana”, era stata fatta molto più pubblicità.
Carlo David
Concordo che è veramente spiacevole che molte persone, abitanti in zona, non ne sapessero nulla, o forse avevano letto solo di maschere come oggetti non di sfilata di persone con gli abiti originali, caratteristici delle varie vallate.
Forse oltre agli articoli sarebbe stata necessaria della vera e propria pubblicità con manifesti e/o uno spazio pubblicitario sui quotidiani, o forse si voleva tenere la manifestazione riservata solo agli “addetti”.
È veramente un peccato e a Belluno purtroppo capita spesso.
Adriano
Bellissima iniziativa che merita anche un doveroso ringraziamento alla lungimirante e preziosa attività di ricerca e di studio portata avanti dal compianto Gianni Secco e che ora trova spazio nel Museo delle maschere dolomitiche di Borgo Piave a Belluno. Da pubblicizzare di più sicuramente!