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«Speriamo di portare almeno 90 nuovi operatori sociosanitari rispetto ai 450 che mancano. È una piccola goccia in un mare di difficoltà». Si può fare? «Si deve fare».
Luigino Boito aveva presentato al nuovo prefetto Antonello Roccoberton i numeri drammatici che affliggono le Dolomiti Bellunesi e i problemi che ne derivano alle case di riposo (più di cento posti letto presenti ma non attivati perché mancano gli Oss che li gestiscano) e nell’assistenza territoriale agli anziani. Il prefetto ha promesso sostegno e ha chiesto un progetto. E così il presidente del Circolo Cultura e Stampa ha riunito i referenti del settore (Ulss, Provincia, Bim, Ceis…) ed è nata l’ipotesi di una strategia per formare i duecentocinquanta immigrati ospiti in provincia di Belluno, perché lavorino e magari lavorino proprio come operatori sociosanitari. Boito presenterà i numeri della crisi al convegno di venerdì 24 gennaio a Belluno, al Centro Giovanni XXIII.
Tra le sfide, dare ospitalità e welfare a chi si inserirà nella formazione. La diocesi c’è ed è pronta a mettere a disposizione i letti dei seminari di Belluno e di Feltre. Spicca il tema dei costi: 1.800 euro un corso per Oss. Boito: «La Regione deve renderli gratuiti».
Il presidente del Circolo anticipa all’Amico del Popolo alcuni dati, li presenterà al convegno di venerdì: le sfide più incalzanti per il nostro territorio sono lo spopolamento della montagna (dal 2000 –10.530 abitanti, –5,1%; ma 20 Comuni montani hanno subìto cali dal 20% al 42%), denatalità (dal 2000 a oggi da 9,4 nati per 1000 residenti a 6,4, –43% in provincia ma -64% in Val Boite, -89% in Alpago, -23% a Belluno Ponte nelle Alpi), invecchiamento della popolazione (da 1,7 anziani con più di 65 anni per ogni giovane con meno di 15 anni a 2,65), fragilità del mercato immobiliare (89.979 abitazioni non occupate contro 91.941 occupate) e fragilità economica e sociale delle famiglie a far fronte alle necessità. In questo contesto, spiccano i dati sulla non autosufficienza: sono 4.271 i bellunesi che percepiscono l’indennità di accompagnamento e di questi 981 hanno da 65 a 79 anni (su 37.833, pari al 2,6%) e 3.290 sono gli over 80 (su 17.753 pari al 19%). Molti sono accuditi in case di riposo dove le rette sono sempre più alte e i posti sempre meno disponibili per mancanza di Operatori Sociosanitari. «Siamo all’emergenza sociale e pertanto dobbiamo assolutamente investire anche sull’assistenza domiciliare. In provincia ci sono 31.587 famiglie formate da una sola persona, più di 12.000 anziani vivono soli e molti di questi hanno difficoltà persino ad uscire di casa» afferma Luigino Boito.
Intervista, riprese e montaggio di Luigi Guglielmi.
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1 commento
Tomaso Pettazzi
Luigino Boito afferma: “…formare i 250 immigrati ospiti in provincia di Belluno, perché lavorino e magari lavorino proprio come operatori sociosanitari”.
Ma allora, mi domando, cosa stanno facendo finora?