Ancora disagi per i pendolari delle Dolomiti, costretti a fare i conti con un servizio ferroviario che sembra non essere all’altezza delle esigenze quotidiane. La vicenda più recente risale a giovedì 23 gennaio, quando un treno è andato in avaria, causando notevoli problemi a chi utilizza questa linea per raggiungere scuole, luoghi di lavoro o servizi essenziali.
Roberto Toigo, segretario generale della Uil Veneto, è intervenuto sulla questione, esprimendo il proprio disappunto per una situazione che si ripete ormai da anni. «È deprimente – ha dichiarato –. Leggo anche oggi dell’ennesima odissea che hanno dovuto affrontare e sopportare i pendolari delle mie montagne, sulla tratta per Belluno. Non è la prima volta che intervengo su questo tema, quello dei trasporti e della viabilità, che non aiuta ad avere una quotidianità serena e leggera per chi vive da queste parti».
Toigo ha sottolineato come i disagi colpiscano trasversalmente tutte le fasce d’età, dai giovani agli adulti, rendendo più complessa la vita quotidiana di chi risiede in una delle aree più suggestive d’Italia. «Sarebbe davvero l’ora che venissero risolti questi problemi per garantire alla gente che vive in posti unici come i nostri una vita giusta. Quarant’anni fa i viaggi in treno erano simili a dei viaggi della speranza. Oggi le cose non sono tanto cambiate: Calalzo-Padova richiede oltre tre ore, e sulla tratta Feltre-Belluno il treno non c’è».
Citando una canzone-poesia del 1979 dei Belumat, dal titolo “Padova Calalzo”, Toigo ha aggiunto: «Altro che freccia delle Dolomiti. Meglio parlare di feccia delle Dolomiti!». Secondo il segretario della Uil Veneto, la condizione del trasporto pubblico locale contribuisce anche all’aumento del traffico automobilistico, con tutte le conseguenze del caso: «Non lamentiamoci poi se le persone decidano di viaggiare di più in macchina che con i mezzi pubblici. E non lamentiamoci se, per questo motivo, ci sono gli ingorghi e i Comuni devono studiare piani per alleggerire il flusso viario».
Toigo ha concluso con un appello alle istituzioni, chiedendo interventi concreti e risolutivi: «È tempo di dire basta ed è il momento che i problemi, quando denunciati, trovino una soluzione».
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8 commenti
Rigano Maria
sono d’accordo,
il servizio ferroviario è peggirato!
negli anni ’80 si andava facilmente avanti e indietro da Padova in un tempo ragionevole e senza cambi. Adesso ci vogliono 3 ore con uno o due cambi!!! è Intollerabile. È Padova la nostra città più necessaria, non Treviso.
Ermanno
Da tutti sento dire: “elettrico è meglio, più affidabile, più green”… Hanno tolto centinaia di ettari di siepi e boschi in prossimità delle linee elettriche per non rischiare blackout, adesso i treni restano a piedi ogni tre per due. Non ricordo tanti appiedamenti con le automotrici ALn668…
Enzo
Condivido in pieno! I treni non aumenteranno le prestazioni a causa dell’andamento della linea ed esistono treni a trazione termica ecologici e sostenibili. E poi … Una domanda… Ma l’energia elettrica che alimenterà i treni da dove arriva? Dal petrolio in gran parte. Francamente non capisco il rapporto costi benefici…
Talpina Adrian
Zaia non ha fatto un cazzo per il Bellunese
Christian
Ehm…guarda che nel caso in questione era un treno a gasolio…
Claudio
Un prolungamento della tratta ferroviaria, da Calalzo per Lienz.
100 km in macchina
Non interessa nessuno.
Da Belluno a Bolzano, con i mezzi pubblici.
Una follia.
Grazie
Nevio
Abito a Ferrara e dieci anni fa ho comprato casa a Calalzo di Cadore motivando il fatto per la presenza del treno Ferrara > Padova > Calalzo. Allora impiegavo circa tre ore con un cambio, ora, dopo dieci anni, impiego cinque ore con due cambi quando va bene, altrimenti tre con corriera finale. Al peggio non c’è limite
Vittorio
Lungo la massicciata non ci sono boschi e le siepi meritano comunque un buon taglio ogni tanto. Il treno guastatosi era diesel; sulla tratta Montebelluna-Feltre ho notato che l’elettrificazione non è ancora completata.