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venerdì 6 Giugno 2025,

Immigrati ai corsi per Oss, «dobbiamo renderli gratuiti»

Ieri il prefetto ha coordinato un tavolo di lavoro sull'argomento

Ieri, mercoledì 29 gennaio, il Prefetto di Belluno ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni bellunesi attive in campo sociale per parlare delle difficoltà nel reperimento degli operatori socio sanitari, figura professionale istituita con l’Accordo Stato-Regioni del 22 febbraio 2001. Gli Oss sono chiamati ad assistere le fragilità sociali e sanitarie in ambito domiciliare (cioè a casa) che in strutture di ricovero come centri diurni e ospedali. L’operatore socio sanitario oggi è una figura chiave a livello operativo e tecnico, è sempre più richiesto in tutti i contesti ma è, anche, sempre meno reperibile.

Al tavolo tecnico coordinato dal Prefetto di Belluno Antonello Roccoberton sedevano i rappresentanti del Circolo Cultura e Stampa Bellunese e il Ce.I.S. di Belluno (enti accreditati per la formazione degli Oss dalla Regione del Veneto), i rappresentanti del Coordinamento Rete Emigrazione della provincia di Belluno, il presidente del Consorzio Bim Piave Belluno Marco Staunovo Polacco, la rappresentante della Provincia Donatella De Pellegrin, i dirigenti dell’Ulss 1 Dolomiti Paola Paludetti e Adriano Santarossa (che già collabora con il Circolo Cultura e Stampa Bellunese nella formazione degli Oss, fornendo le sedi per la formazione e i docenti delle varie discipline del corso) e i referenti delle associazioni che si occupano di immigrazione sul territorio del bellunese.

L’obiettivo è il raggiungimento di un patto sociale condiviso, voluto per ovviare alle difficoltà collegate alla formazione degli operatori socio sanitari. E prima di tutto si coglie la necessità di rendere gratuita la formazione, a vantaggio di tutti gli aspiranti Oss, come già avviene in altre regioni italiane. Ad oggi, infatti, il percorso formativo è molto costoso e pertanto non facilmente accessibile da parte di chiunque. Nel contempo, sempre meno cittadini italiani scelgono la professione dell’operatore socio sanitario: è necessario dunque, per fare fronte alla sempre maggiore richiesta della comunità, coinvolgere le persone straniere presenti sui nostri territori, investendo su di loro e formandole ad una professione specifica che favorisca anche la loro integrazione nel tessuto sociale Italiano.

Perché ciò avvenga, – è stato sottolineato ieri – è necessario istituire un fondo destinato e creato in sinergia con i vari attori del “patto sociale”, che possa facilitare l’accesso alla formazione e non renderla discriminatoria, aperta soltanto ai pochi che possono permettersela. Secondariamente, si tratta di riuscire a trovare delle soluzioni abitative per i candidati stranieri, sia durante il periodo della formazione che dopo, poiché questo target di studenti presenta molte fragilità in questo senso, essendo appunto spesso senza casa e senza famiglia.

Da ultimo, si vuole riuscire ad ovviare il problema del riconoscimento del titolo di studio straniero in Italia, essendo richiesto il livello B1 di italiano o la terza media conseguita in Italia per poter essere ammessi alla formazione per Oss.

«Si auspica che l’incontro di oggi sia un primo passo concreto al raggiungimento di tutti questi obbiettivi», ha commentato il Circolo Cultura e Stampa Bellunese in una nota, «tenendo presente che la figura dell’Oss è necessaria sempre più alla comunità italiana e bellunese, specie negli ultimi anni, visto che l’aspettativa di vita è in continuo aumento, così come le vulnerabilità sociali e la famiglia moderna, intesa come un sistema di relazioni, economie e servizi, nella sua attuale composizione, è sempre più impossibilitata a fornire l’ assistenza che le persone fragili o invalide necessitano. Riuscire ad agevolare l’accesso ai corsi di formazione Oss non è solamente un’azione a favore di chi ne fruisce, ma dell’intera collettività».

Il tavolo dovrebbe essere riconvocato in Provincia per firmare una delibera che determini la soluzione delle varie criticità fino ad ora riscontrate.

7 commenti

  • Io insegno agli OSS.
    Rendere gratuito il corso, lo sminuirebbe. Altra cosa è trovare alternative economiche come una riduzione del prezzo o il prestito d’onore.
    Scendere sotto il livello di italiano B1, sarebbe pericoloso. L’ OSS svolge anche attività terapeutiche, soprattutto in ambito domiciliare e ha una prospettiva di carriera nell’ assistente infermiere con compiti e ruoli ancora più complessi. Diplomare OSS che potrebbero confondere indicazioni cliniche e farmaci oppure non essere in grado di riferire correttamente segno e sintomi è pericoloso.
    Provvedere anche alla casa, anche comprendendo la fragilità, non può essere una questione collegata alla formazione. La gratuità e un concetto non sempre affiancato dal riconoscimento di un valore.
    Il lavoro dell’ OSS è estremamente delicato e pesante. Non lo si può affrontare senza la consapevolezza che si va a lavorare con persone fragili e spesso difficili da gestire.
    Rendere troppo facile l’ ingresso alla professione, ci porterebbe ad una situazione simile a quella che sì è trovata e si trova negli ordini religiosi e nei seminari: un ingresso dettato dalla sola necessità, invece che dalla consapevolezza del proprie ruolo.

  • Il corso Oss per lavorare nelle strutture ospedaliere prevede il conseguimento della maturita’, 5 anni di superiori.
    Sono i corsi Asa che prevedono la 3 media, e sono gratuiti. Dopo aver conseguito il corso Asa si puo’ integrare con il corso Oss, ma solo per lavorare nelle case di riposo, case private oppure alcuni per disabili.
    E’ giusto specificare questa differenza. Il corso Oss per lavorare in strutture ospedaliere non e’ per nulla facile e prevede il superamento di un esame scritto e orale dopo 500 ore di corso in lingua italiana. Impossibile se non padroneggi prima la lingua italiana.

  • Sono operatore socio sanitario e non trovo corretto che io per svolgere il corso abbia dovuto pagare 2.000 euro. Comprendo la carenza di questa figura, ma non credo che i i politici o altre figure professionali comprendo cosa significhi svolgere questa mansione. Andiamo ad assistere pazienti/ospiti che hanno bisogno di supporto non solo di igiene personale e supporto per alimentazione ( nel caso in cui sia impossibilitati di svolgere questi compiti da soli), ma anche di un supporto umano perché in strutture territoriali di lungo degenza sono presenti molti casi sociali di persone sole. Bisogna comprendere che è OSS che trascorrere la maggior parte del tempo con il paziente soprattutto in ambito RSA. Il corso deve essere svolto con consapevolezza di quello che si andrà a svolgere e non perché in questo momento in questo ambito si trova lavoro subito. Bisogna avere anche un’ attitudine personale perché la mansione sarà svolta principalmente con persone geriatriche e non è semplice. Bisogna avere molta pazienza, comprensione, essere gentili, avere molta tolleranza e soprattutto assenza di giudizio. Quello che dovrebbe fare la politica è fare in modo che questa figura venga rispettata di più e soprattutto ogni tanto venire nei reparti o nelle strutture a vedere con i propri occhi tutto il lavoro che svolgiamo assieme ai nostri colleghi presenti in reparto. Se vedessero capirebbero che bisogna tutelare di più chi lavora in ambito sanitario non solo da un punto di vista economico ( e qui stendo un velo pietoso) , ma anche sotto di rispetto.

  • Sono operatore socio sanitario e non trovo corretto che io per svolgere il corso abbia dovuto pagare 2.000 euro. Comprendo la carenza di questa figura, ma non credo che i i politici o altre figure professionali comprendo cosa significhi svolgere questa mansione. Andiamo ad assistere pazienti/ospiti che hanno bisogno di supporto non solo di igiene personale e supporto per alimentazione ( nel caso in cui sia impossibilitati di svolgere questi compiti da soli), ma anche di un supporto umano perché in strutture territoriali di lungo degenza sono presenti molti casi sociali di persone sole. Bisogna comprendere che è OSS che trascorrere la maggior parte del tempo con il paziente soprattutto in ambito RSA. Il corso deve essere svolto con consapevolezza di quello che si andrà a svolgere e non perché in questo momento in questo ambito si trova lavoro subito. Bisogna avere anche un’ attitudine personale perché la mansione sarà svolta principalmente con persone geriatriche e non è semplice. Bisogna avere molta pazienza, comprensione, essere gentili, avere molta tolleranza e soprattutto assenza di giudizio. Quello che dovrebbe fare la politica è fare in modo che questa figura venga rispettata di più e soprattutto ogni tanto venire nei reparti o nelle strutture a vedere con i propri occhi tutto il lavoro che svolgiamo assieme ai nostri colleghi presenti in reparto. Se vedessero capirebbero che bisogna tutelare di più chi lavora in ambito sanitario non solo da un punto di vista economico ( e qui stendo un velo pietoso) , ma anche sotto di rispetto.

  • Non avete idea di quello che succede: sono laureata in Scienze Biologiche, indirizzo sanitario. Ho eseguito il test scritto e orale per accedere al corso di OSS, presso S.F.E.P. – via Cellini 14 – Torino, e non sono stata ammessa perché il Corso era praticamente riservato agli immigrati e ai possessori di terza media … Senza parole … Mi hanno consigliato una denuncia in Prefettura o Questura …

  • Se aumentassero gli stipendi saremmo molto più reperibili ma ci pagano davvero poco per assumerci grosse responsabilità e rinunciare a vivere le feste con i propri cari

  • Io sono Oss dal 2001, il lavoro è usurante e non è gratificato ne economicamente, ne a livello di crescita professionale. Si dovrebbe perciò rivedere le caratteristiche di questa professione rendendola più umana a livello lavorativo e sicuramente si troverebbero Oss anche italiani.
    Non trovo una soluzione non far pagare il corso in quanto le spese andrebbero a ricadere sempre sulle spalle di chi paga ( io me lo sono pagato, con molti sacrifici e nessuno mi ha aiutato)

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