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giovedì 12 Giugno 2025,

Dolomiti Ambiente, plausi e dubbi sulla competitività delle tariffe

Per Angelo Smaniotto, Amministratore unico di Dolomiti Ambiente, la tariffa è «in linea con quanto previsto; la società continuerà a lavorare come ha sempre fatto». Le perplessità di Gianpaolo Bottacin

Dolomiti Ambiente proseguirà la propria attività dopo essersi aggiudicata due lotti nella gara per lo smaltimento del rifiuto umido, organizzata da Bellunum Holding. L’azienda, partecipata dalla Provincia di Belluno, gestisce i rifiuti, con particolare attenzione allo smaltimento dell’umido presso l’impianto del Maserot, a Santa Giustina. L’assegnazione riguarda 13.600 tonnellate annue, pari al 78,8% del totale in gara, per un valore complessivo di circa 830mila euro. I rifiuti provengono dai territori di competenza di Bellunum e Valpe Ambiente.

Con una nota del 13 febbraio, l’amministratore unico di Dolomiti Ambiente, Angelo Smaniotto, ha espresso soddisfazione per l’esito della gara, sottolineando la competitività della società: «L’impianto è competitivo e lo dimostrano l’esito della gara e l’offerta fatta, inferiore a quella dei competitor, che consente di rispettare gli impegni assunti dalla società». Ha inoltre evidenziato che i dubbi sollevati in passato sulla sostenibilità economica dell’azienda sono stati smentiti dai fatti, con un bilancio 2024 che dovrebbe chiudersi in utile per circa 200mila euro. Ulteriori entrate potrebbero derivare dalla lavorazione delle ramaglie, finora conferite gratuitamente.

L’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, tuttavia, ha espresso perplessità sui costi applicati in passato, sostenendo che l’esito della gara conferma come le tariffe fossero fuori mercato. Ha sottolineato che Dolomiti Ambiente si è aggiudicata due lotti per un totale di 512mila e 320mila euro, con prezzi di 57 e 68 euro a tonnellata rispetto a una base d’asta di 82 euro. «Ora bisognerà capire se, con entrate così ridotte, la società riuscirà a mantenere un bilancio positivo come in passato. Di sicuro è una buona notizia per i cittadini bellunesi», ha dichiarato, aggiungendo che resta da chiarire perché tariffe più basse non siano state applicate già in precedenza.

Smaniotto ha replicato ricordando che tra il 2021 e il 2022 l’impianto ha affrontato problemi tecnici, tra cui un principio d’incendio e un guasto meccanico, che hanno reso necessari investimenti per l’ammodernamento. Durante i lavori, una parte dei rifiuti è stata smaltita presso altri impianti, con tariffe di 130 euro a tonnellata, mentre Dolomiti Ambiente ha mantenuto prezzi inferiori. «Oggi il mercato ci dà ragione dell’offerta avanzata, mediamente intorno ai 66 euro a tonnellata, inferiore rispetto ai competitor», ha aggiunto. Ha poi precisato che l’incidenza della tariffa di smaltimento sulle tasche dei cittadini è residuale, mentre il valore dell’economia circolare, legato a una gestione locale del rifiuto umido, è significativo. «Fa sorridere che i detrattori di Dolomiti Ambiente si attribuiscano il merito dell’abbassamento delle tariffe. Il calo è dovuto allo stimolo del mercato, ma soprattutto all’innovazione tecnologica e all’impegno quotidiano del personale per ridurre i costi di gestione», ha concluso.

A stretto giro è arrivata la controreplica di Bottacin: «L’esito della gara conferma quanto sostengo da tempo, ovvero che le tariffe applicate da Dolomiti Ambiente erano fuori mercato. Ora la società dovrà smaltire mediamente a 61 euro a tonnellata, non 68 come dichiarato dall’amministratore. Rimane il fatto che solo grazie al regime di concorrenza imposto dalla gara, le tariffe si sono abbassate. Ora le entrate della società si ridurranno drasticamente e resta da capire se esista un piano industriale per garantire la sostenibilità economica. Ad oggi, anche durante la mia visita all’impianto, non è stato illustrato alcun piano in merito».

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