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sabato 14 Giugno 2025,

Belluno Alpina, l’appello per la tutela delle terre alte

«Belluno è montagna, dal Nevegal a Sopracroda: le liti e divisioni politiche non ci interessano».

L’associazione Belluno Alpina sollecita un intervento concreto per la gestione del territorio prealpino, in seguito allo scioglimento dell’Unione Montana Belluno-Ponte.

«Belluno è montagna, dal Nevegal a Sopracroda: le liti e divisioni politiche non ci interessano, quello che riteniamo urgente è individuare al più presto una realtà che possa intervenire concretamente e in rapidità nella gestione delle terre alte», afferma l’associazione.

Secondo il presidente Gimmy Dal Farra, fino a qualche anno fa l’Unione Montana garantiva alcuni servizi di manutenzione e pulizia del territorio. Ora, però, si avverte la mancanza di un soggetto che si occupi in modo continuativo di queste aree. «Non ci interessa sapere se sarà un’Unione Montana o un consorzio forestale, sul quale noi continuiamo a spingere da anni proprio per risolvere questo vuoto di servizi: l’unica cosa che conta oggi è avere al più presto qualcuno che si occupi concretamente di queste aree».

Belluno Alpina sottolinea come l’assenza di interventi abbia trasformato la manutenzione ordinaria in attività straordinarie. La cura delle strade, la sistemazione dei muretti, la pulizia dei tombotti e il riordino dei tracciati sono necessità che non possono essere ignorate. «Il centro di Belluno e le sue immediate vicinanze ricevono molte attenzioni, ma la città prealpina ha bisogno di interventi per evitare il degrado. Fare manutenzione significa mantenere vivi i territori», aggiunge Dal Farra.

Non mancano le obiezioni sulle difficoltà economiche degli enti pubblici, ma il presidente di Belluno Alpina insiste sulla necessità di valorizzare le risorse naturali della zona. «Abbiamo la possibilità di gestione di un patrimonio incredibile che per chissà quali ragioni non hanno ancora avuto il volere di affrontare: l’oro verde. Se ne è parlato anche una settimana fa a Longarone, in occasione di Costruire: il bosco ormai da anni sta perdendo la sua gestione ed è in continua e disordinata espansione. Investire, pubblico e privato, in un consorzio forestale e nella filiera del legno garantirebbe economia, lavoro e pulizia del territorio. Se non lo si vuole fare, almeno gli enti diano indirizzi o agevolazioni a quelle realtà che vogliono affrontare questo percorso. Siamo in enorme ritardo».

1 commento

  • Un bel articolo,chissà che qualcuno ascolti invece di denigrare il turismo , che è quasi l unica risorsa specialmente per le terre alte del Cadore e Comelico, proprio “oro verde” , esatto, ma da lasciare a disposizione di tutti anche di passa e si mangia il panino non solo per l élite,
    I responsabili dei terreni dovrebbero provvedere a pulire o fare pulire , invece molti tronchi a terra
    anche vicino ai paesi . In effetti non c e la volontà di sfruttare il legno intanto dall’ Austria vengono a tagliarlo e portarselo via .

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