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venerdì 5 Dicembre 2025,

Quanto può mancare un abbraccio vero

A cinque anni dall'inizio del Covid le riflessioni di Luigi Pais dei Mori, presidente dell'Ordine delle Professioni infermieristiche di Belluno

di Luigi Pais dei Mori, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche (Opi) di Belluno

Credo sia una sensazione condivisa: c’è stato un prima e c’è un dopo. Il Covid si è manifestato in Italia giusto cinque anni fa. Volenti o nolenti, è stato uno spartiacque per noi, per il nostro modo di vivere, di lavorare, per la società intera. i quello che tutti ricordiamo o cerchiamo di dimenticare, ogni giorno ci confrontiamo con qualche conseguenza di quel periodo strano e terribile. Qualche ricordo, qualche storia, qualche stranezza. Io non potrò mai scordare la telefonata in Ospedale di una persona che chiedeva se poteva assicurarsi, al bisogno, un posto in terapia intensiva, «pagando s’intende».

Per fortuna, o, meglio, per l’innata capacità dell’uomo di sollevarsi sempre in qualche modo da terra, non tutto è doloroso ricordo; qualcosa è diventato capacità di analizzare e ridiscutere anche i limiti. L’esempio più importante lo troviamo nell’universo della salute, che, come sanciva l’Organizzazione Mondiale della Sanità ancora nel 1948 (nel dopoguerra…) è molto di più dell’assenza di malattia.

Abbiamo visto i limiti di uno dei nostri tesori più preziosi, il Servizio Sanitario Nazionale, un bene da tutelare e difendere, ma che, evidentemente, aveva bisogno di un profondo ripensamento per realizzare quello che da anni veniva sussurrato: la salute territoriale, e la «casa come primo luogo di cura», è un cardine strategico in un Paese con queste caratteristiche demografiche (e ancor di più, con la geografia di casa nostra), al pari delle strategie di prevenzione. Questioni note a tutti, ma mai messe davvero in cima alle priorità.

Abbiamo scoperto che la cosiddetta sanità digitale va maggiormente sviluppata, che i dati sanitari erano poco scambiabili e, alla fine, poco utili. Oggi abbiamo il fascicolo sanitario elettronico. Abbiamo deciso di togliere dal sistema un po’ di ruggine e aggiungere un po’ di coraggio. Abbiamo (ri)scoperto modi di lavorare con tecnologie vecchie di qualche lustro, ma che non avevamo mai preso troppo sul serio. «Oggi la riunione è in presenza o da remoto?» è una frase ormai normale del nostro modo di parlare.

Ci siamo scoperti più individualisti, forse più diffidenti, ma certamente anche capaci di grande solidarietà umana. Forse è vero che ci siamo un po’ ritrovati e abbiamo realmente capito quanto può mancarci un abbraccio vero. Il Covid ci ha cambiati, anche nel quotidiano e di una cosa siamo sicuri: «peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla» (Papa Francesco).
Questo, davvero, non dimentichiamolo.

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