Venerdì 7 marzo, alle ore 20.30, nella sala parrocchiale di Cavarzano, sarà presentato il recente restauro dell’antico crocifisso ligneo del XIV secolo, proveniente dalla vecchia chiesa di Cavarzano. Alla tavola rotonda interverranno don Giacomo Mazzorana, direttore dell’Ufficio per i beni culturali; don Alex Vascellari, direttore dell’Ufficio per la Liturgia; la restauratrice Mariangela Mattia e lo storico dell’arte Giorgio Reolon.
Il crocifisso ligneo che verrà presentato è tra i più antichi della diocesi di Belluno-Feltre. Si ipotizza che fosse già presente nella primitiva cappella dei Santi Quirico e Giulitta, demolita nel Cinquecento per fare spazio all’attuale chiesa, e che sia stato utilizzato nei riti della Settimana Santa fino agli inizi del secolo scorso. Un’ulteriore ipotesi ne lega la provenienza alle acquisizioni ottocentesche, seguite alle spoliazioni napoleoniche. Stilisticamente, il crocifisso rientra nella tipologia iconografica del Crocifisso gotico doloroso, sviluppatasi nel XIII-XIV secolo nell’Europa occidentale, con particolare diffusione nelle regioni di influenza francescana. Questi crocifissi si caratterizzano per un forte realismo espressivo, mirato a suscitare nei fedeli una profonda partecipazione emotiva alla Passione di Cristo. I tratti distintivi includono il corpo magro e allungato, le costole ben evidenziate, il volto inclinato e segnato da sofferenza, nonché il sangue che cola dalle ferite, enfatizzando il dolore e il sacrificio redentore.
L’immagine del crocifisso di Cavarzano mostra chiaramente questi elementi: il corpo segnato dalla magrezza e dalla tensione muscolare, la testa reclinata con gli occhi socchiusi in un’espressione di sofferenza, il perizoma dalle pieghe rigide e stilizzate, e le piaghe sanguinanti che accentuano il pathos dell’opera. La corona di spine è ben visibile, contribuendo a sottolineare il carattere drammatico della rappresentazione.
Nel contesto della spiritualità francescana, il Crocifisso gotico doloroso era particolarmente utilizzato per favorire la meditazione sulla Passione di Cristo, promuovendo una devozione intensa e personale. L’intento non era solo estetico, ma profondamente catechetico: attraverso la rappresentazione cruda del dolore, i fedeli erano chiamati a immedesimarsi nella sofferenza del Redentore, «uomo dei dolori, che ben conosce il patire», e a riflettere sul significato della Croce.
Il crocifisso di Cavarzano, con la sua drammaticità espressiva e i dettagli stilistici, si inserisce pienamente in questa tradizione, trovando affinità con altri crocifissi gotici presenti nella diocesi di Belluno-Feltre, come quello della chiesa cittadina dei Santi Gervasio e Protasio.
Giorgio Reolon
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1 commento
Rita S.
Potrebbe essere un appuntamento interessante, peccato che in concomitanza nella stessa serata ci sarà, nella chiesa di Sedico, la lectio divina del nostro Vescovo Renato.