Partirà a maggio la prima edizione del “Corso di conoscenza di Belluno e Provincia” organizzato dall’Associazione Campedel di Belluno con il patrocinio del Comune capoluogo e della Provincia. Un’iniziativa nata per far scoprire tutto il territorio bellunese iniziando dalla storia e dall’arte, rendere i cittadini più consapevoli ed orgogliosi della grande ricchezza che ci circonda e dare un supporto a chi si è iscritto all’esame nazionale di guida turistica. Tutti gli incontri si terranno in Sala Bianchi a Belluno (Viale Fantuzzi) durante quattro venerdì di maggio alle ore 17.45.
Primo appuntamento il 9 maggio con Arianna Candeago che svelerà i segreti della scomparsa chiesa di Santa Croce a Belluno. L’intervento indaga, attraverso documentazione archivistica in larga parte inedita, le vicende che nel Cinquecento sottesero alla decorazione dell’edificio sacro, che ospitava dipinti di Cesare Vecellio, Paolo Veronese e Nicolò De Stefani, oltre ad un vasto ciclo cristologico di mano di Domenico Tintoretto, Carlo Caliari, Palma il Giovane, Antonio Aliense, Paolo Fiammingo e Andrea Vicentino. Identificate in parte le opere che originariamente arricchivano l’aula (disperse con le soppressioni napoleoniche), l’intervento propone una lettura contestualizzata delle pale d’altare e dei grandi teleri narrativi commissionati nel XVI secolo.
Il 16 maggio Giorgio Reolon tratterà il tema dell’arte bellunese tra Gotico e Settecento, che, spesso ritenuta “provinciale”, si rivelerà in realtà – come dimostrano recenti studi – straordinariamente ricca e articolata grazie a una tradizione consolidata di maestranze locali e alla presenza di artisti di rilievo. La sua posizione geografica, al crocevia tra le influenze veneziane, tedesche e friulane, ha favorito un’originale sintesi stilistica, evidente soprattutto nella produzione artistica di ambito religioso. La devozione popolare e una committenza eterogenea hanno incentivato la creazione di dipinti, sculture e arredi sacri, caratterizzati da una forte funzione didattica.
Si prosegue il 23 maggio con “Biblioteche e libri a Belluno (secc. XIV-XIX)” a cura di Jacopo De Pasquale. “La storia del libro è la storia della sua distruzione” (L. Canfora): ma possiamo dire la stessa cosa delle biblioteche e delle collezioni librarie presenti, nel corso dei secoli, a Belluno? Se si esclude il caso della Biblioteca Lolliniana di proprietà del Capitolo della Cattedrale, purtroppo tutte le altre importanti collezioni, sia di istituzioni ecclesiastiche che quelle di importanti lignaggi aristocratici risultano disperse in tutto il mondo. In questo intervento si cercherà di delineare alcuni importanti collezioni librarie presenti nei secoli XIV-XIX con una particolare attenzione all’evoluzione del ruolo del libro e delle biblioteche nel corso della storia occidentale.
Si conclude il 30 maggio con Letizia Lonzi che presenterà l’ultimo volume della collana dei Tesori d’arte nelle chiese, dedicato al Longaronese. La distruzione e la tragedia, la speranza e la ricostruzione si muovono tra questi contrasti le comunità del Longaronese e di Erto e Casso. Anche le testimonianze artistiche, architettoniche e storiche vivono inevitabilmente tra un prima e un dopo. A fare da spartiacque, inesorabile, è l’onda del 9 ottobre 1963. Nel territorio del Longaronese, nonostante le numerose e gravi perdite delle antiche vestigia, è ancora possibile trovare indizi preziosi e imbattersi in resti che rimandano ad un passato remoto, di cui si è quasi persa la memoria visiva.
Info e iscrizioni scrivendo una mail all’indirizzo asscampedel@yahoo.it (80 posti disponibili). Il contributo di partecipazione suggerito a lezione è di 5 euro e sarà destinato alla raccolta fondi per il restauro della Via Crucis ottocentesca di Antonio Federici della chiesa di San Pietro a Belluno.
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