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lunedì 16 Giugno 2025,

Giornata Mondiale del Fegato: il punto sull’Ulss Dolomiti

Rappresenta un’occasione per riflettere sull’importanza della salute epatica, promuovendo la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie.

Anche quest’anno la Giornata Mondiale del Fegato rappresenta (19 aprile) un’occasione per riflettere sull’importanza della salute epatica, promuovendo la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie che colpiscono uno degli organi più complessi e fondamentali del corpo umano.

L’iniziativa, sostenuta dalle principali società scientifiche del settore, vuole richiamare l’attenzione su patologie spesso silenziose ma potenzialmente molto gravi. In questo contesto, l’Ulss 1 Dolomiti ha tracciato un quadro della situazione locale, evidenziando alcune criticità e i percorsi messi in atto per affrontarle.

«La Giornata del Fegato rappresenta per la nostra Azienda un’importante occasione per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce delle patologie epatiche» ha dichiarato il commissario Giuseppe Dal Ben. «I dati aziendali confermano quanto sia fondamentale investire in percorsi di cura integrati e campagne di informazione».

Il fegato: un organo essenziale e vulnerabile

Con un peso medio di circa 1,5 kg, il fegato è l’organo interno più pesante del corpo umano e svolge oltre 500 funzioni vitali. È coinvolto nel metabolismo, nella depurazione del sangue, nella produzione di bile e nella sintesi dei fattori della coagulazione. Tuttavia, può essere colpito da più di cento malattie, che non risparmiano nessuna fascia di età o categoria demografica.

Negli ultimi anni si è registrata una diminuzione delle patologie di origine virale, come l’epatite B e C, grazie rispettivamente alla vaccinazione e alle terapie antivirali. Rimangono tuttavia rilevanti le malattie epatiche legate all’abuso di alcol e sono in forte crescita quelle associate a condizioni metaboliche come obesità, diabete e dislipidemia.

Secondo gli esperti, il 90% delle malattie epatiche potrebbe essere prevenuto adottando uno stile di vita sano e attraverso politiche sanitarie efficaci. L’edizione 2025 della Giornata mondiale ha come tema “Il cibo è medicina”, sottolineando il ruolo centrale dell’alimentazione nella prevenzione delle patologie, in particolare della steatosi epatica metabolica (MASLD), una condizione che riguarda circa un terzo della popolazione mondiale.

Un quadro preoccupante a livello locale

Nel mondo si stima che circa 1,5 miliardi di persone soffrano di malattie epatiche croniche, con oltre due milioni di decessi ogni anno. In Italia, le morti annuali riconducibili alla cirrosi epatica superano le 15.000, mentre circa 6.000 persone muoiono per carcinoma epatico.

A livello locale, la provincia di Belluno presenta un’incidenza particolarmente elevata di tumori epatici maligni, con un numero di casi superiore del 50% rispetto alla media regionale.

Cirrosi: una malattia cronica con gravi conseguenze

La cirrosi rappresenta uno degli esiti più gravi delle malattie epatiche croniche. È caratterizzata dalla formazione di tessuto fibroso e da alterazioni strutturali e funzionali del fegato. Come spiega Carla Manupelli, responsabile dell’unità semplice di epatologia a Belluno, «un danno epatico prolungato, qualunque ne sia la causa, ha come esito la cirrosi», che a sua volta predispone allo sviluppo di tumori epatici.

Nel Veneto, il tasso di mortalità per cirrosi è pari a 15,7 per 100.000 abitanti negli uomini e 8,2 nelle donne. I ricoveri annui per questa patologia superano i 19.000, con un costo per paziente più elevato del 50% rispetto ad altri ricoveri internistici. Inoltre, circa il 40% dei pazienti con cirrosi epatica scompensata viene ri-ospedalizzato entro un mese e il 75% entro un anno.

All’interno dell’Ulss Dolomiti, i casi vengono seguiti nei vari ambulatori epatologici presenti a Belluno, Feltre, Agordo e Pieve di Cadore, con supporto anche nei ricoveri per i quadri più complessi.

La nutrizione come strumento di prevenzione

L’alimentazione ha un ruolo centrale nella protezione del fegato. Secondo Marco Tollardo, responsabile dell’unità semplice di epatologia dell’ospedale di Feltre, «una dieta bilanciata, secondo i principi della dieta mediterranea, rappresenta un fondamentale supporto anche per la salute del fegato». Tollardo consiglia di privilegiare frutta, verdura, cereali integrali, olio extravergine di oliva, frutti rossi e caffè, riducendo al contempo carni rosse, zuccheri e alimenti ultraprocessati.

Nei centri epatologici dell’azienda, il personale medico è in grado di offrire sia un supporto preventivo che strumenti diagnostici tecnologicamente avanzati. Tra questi, il Fibroscan, un’apparecchiatura simile a un ecografo che permette di valutare in modo non invasivo il grado di fibrosi e steatosi epatica, spesso presenti senza sintomi evidenti.

Screening per l’epatite C

Nel 2023, l’Ulss 1 Dolomiti ha avviato uno screening gratuito per l’epatite C, rivolto ai cittadini nati tra il 1969 e il 1989, per individuare eventuali infezioni non ancora diagnosticate. Il test consiste in un prelievo di sangue per la ricerca degli anticorpi anti-HCV. In caso di esito positivo, viene effettuato un ulteriore test per confermare la presenza del virus.

Al 31 dicembre 2024, sono stati invitati oltre 45.000 cittadini, con un tasso di adesione del 30,1%. Quasi 13.000 persone hanno effettuato il test e, tra queste, lo 0,29% è risultato positivo al primo livello. Più della metà di questi casi è stata confermata e i pazienti sono stati presi in carico dai centri epatologici di Belluno e Feltre, con l’avvio delle terapie.

Educazione alla salute: qualche indicazione utile

Tra le raccomandazioni fornite dai professionisti dell’Ulss Dolomiti, emerge l’importanza di abitudini quotidiane corrette. Mantenere un’alimentazione equilibrata, evitare l’eccesso di alcol, svolgere attività fisica regolare e monitorare il peso corporeo sono azioni semplici che possono avere un impatto significativo sulla salute del fegato. Secondo Carla Manupelli, «anche danni che durano da anni possono essere reversibili» e «un calo di peso del 5% può fare la differenza per la salute».

In sintesi, la prevenzione, unita a una corretta informazione, resta l’arma più efficace per contrastare l’insorgenza delle patologie epatiche e ridurre il loro impatto sulla qualità della vita e sul sistema sanitario.

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