«Riccardo sei stato preceduto da papa Francesco. Noi vogliamo pensare cha la sua affabilità e la sua tenerezza ti abbiano avvolto e abbracciato per donarti all’Amore più grande». La comunità di Lamon si è stretta a Miriam Tommasini, alla figlia e al resto della famiglia così duramente colpita. Nel pomeriggio di oggi, lunedì 5 maggio, il duomo dell’altopiano ha visto la partecipazione di tantissime persone per l’ultimo saluto a Riccardo Gaio, il diciassettenne ucciso dal padre Vladislav poco più di una settimana fa nella frazione di Oltra. Le esequie sono state celebrate dal vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni, insieme al parroco don Ivone. La famiglia nei giorni scorsi aveva sciolto le riserve decidendo per una funzione pubblica che potesse includere quanto più possibile la comunità lamonese. E così è stato. Una cerimonia commossa, raccolta e composta. La tumulazione di Riccardo si è invece svolta in forma strettamente privata nel cimitero di Lamon. Nel paese è stato proclamato il lutto cittadino.
«La perdita così tragica di un adolescente non trova ragioni neppure per parlarne», ha detto il vescovo Renato nell’omelia. «Il nome di Riccardo, nel cuore della celebrazione della Pasqua, è diventato una stretta al cuore di tutti. Comprendiamo l’immensa lacerazione d’affetto della mamma, della sorella, dei nonni, dei familiari. Quando il parroco don Ivone mi ha inviato la foto del volto di Riccardo mi sembrava di cogliere nei suoi tratti una immensa delicatezza come quella di un germoglio a cui non è stato concesso di sbocciare. Il suo sguardo mi ha profondamente commosso».
«Non siamo abilitati a sapere tutto, tantomeno a pretendere di valutare o giudicare una situazione così complessa e così tragica», ha riflettuto ancora. «Riccardo, invece, ci convoca perché possiamo immaginare i sogni di un ragazzo che impara la vita, tra le mille titubanze che a volte si annidano come paure. Noi non possiamo non cogliere che cosa è seminato nell’intimo di un ragazzo: il suo desiderio di vivere, il suo anelito alla felicità, il suo profondo bisogno di essere amato, rispettato, protetto, atteso nei suoi tempi di crescita e di maturazione. È importante per tutti noi questo ascolto del cuore. È il momento per tutti noi adulti di avere il coraggio di guardare in volto questi adolescenti, nella stagione primaverile del loro crescere e di lasciarci interrogare da ciò che ancora attendono da noi».
Facendo riferimento alla prima lettura – in cui l’apostolo Paolo si rivolge ammirato al giovane Timòteo per sostenerlo e accompagnarlo nell’assunzione di nuove responsabilità – il vescovo Renato ha lanciato un appello: «Non dobbiamo dimenticare anche noi le lacrime di un
adolescente. Sono lacrime da raccogliere, da asciugare, da amare. In quelle lacrime vorremmo porre una promessa che è donata a tutti».
Poi un passaggio sul valore della comunità: «Ci vuole il coraggio di riscoprire il dono di essere comunità: qui deve palpitare con più dedizione la comunità civile costituita dalla popolazione di Lamon, con le sue tre comunità parrocchiali di Arina, Lamon, San Donato. Il “nostro” figlio Riccardo – per voi ragazzi e giovani: il “vostro” fratello e amico Riccardo – ci invita a scrutare e cercare l’amore che guarisce, risana e salva».
Per il padre – che si è tolto la vita dopo aver compiuto il terribile gesto – non è stato ancora decisa la data del funerale, ma la decisione è quella di svolgere una funzione in forma strettamente privata.
Accanto alla vicinanza affettiva, la comunità si è mobilitata anche con un’iniziativa concreta di solidarietà. L’associazione lamonese «Famiglie Insieme», in collaborazione con il Comune di Lamon e con le parrocchie di Lamon, Arina e San Donato, ha attivato una raccolta fondi per sostenere Miriam e i suoi cari.
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