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lunedì 16 Giugno 2025,

Silvia, dall’alto al piano. Con la musica nel cuore

Da Falcade la storia di Silvia, concertista, docente universitaria e insegnante

«Sono selvaggia e romantica». Come la valle del Focobon che, confessa, l’affascina da sempre. Quando suona il piano si sente così, e così la definiscono pure i critici musicali. «D’altra parte non si portano nel repertorio i Tre movimenti da Petruska di Stravinsky se non si avesse un’indole, appunto, selvaggia e romantica. E a volte tempestosa», dice sorridendo di se stessa.
Si presenta così, dietro modi gentili e una lunga chioma bionda, Silvia Tessari, pianista di chiara fama, nonostante i soli quarant’anni, ma anche docente di musicologia e storia della musica all’università di Padova, ricercatrice nello stesso ateneo e, come se non bastasse, insegnante di lettere alle medie di Canale d’Agordo.

Il tutto partendo da Falcade, capoluogo della Val del Biois, dov’è nata e dove ha iniziato a coltivare la passione per la musica e le civiltà classiche; dove risiede tutt’ora, orgogliosamente fiera di essere cresciuta ai piedi del Civetta e della Marmolada. «Un posto bellissimo, che sembra isolato, ma in realtà, grazie al turismo, è diventato un piccolo crocevia delle Dolomiti. Non ho mai pensato che crescere qui potesse in qualche modo limitarmi». A Falcade Silvia ha fatto incontri importanti per la sua formazione, come quelli coi primi insegnanti di piano. Il resto lo ha fatto l’amore viscerale per lo studio e la sua infaticabile voglia di viaggiare. Proprio come fa adesso che percorre in auto due volte la settimana la Regionale Agordina, più l’A27, più l’A4, per tenere lezione a Padova: 350 chilometri andata e ritorno, per quattro ore abbondanti d’auto.

«Senza piangersi addosso – dice convinta – bisogna guardare oltre i campanili, mettere assieme le energie, prima che le terre alte restino deserte. Anche qui si possono costruire bei progetti». E lei lo ha dimostrato ideando e organizzando in riva al Biois quello che sarebbe diventato un importante evento culturale: il concorso di composizione internazionale «Dante Moro», al quale partecipano musicisti di tutto il mondo, ispirandosi alle sculture del grande artista di Falcade. «Un modo anche per restituire al mio paese quanto m’ha dato finora». Per non farsi mancare nulla, Silvia accompagna pure il coro parrocchiale alla messa della domenica suonando l’organo.

Pervicacia, talento e passione per la musica l’hanno portata prima a diplomarsi al conservatorio di Padova a soli 17 anni con il massimo dei voti, poi a vincere concorsi in Italia e all’estero. Ha tenuto recital in mezza Europa. S’è esibita a New York alla Carnegie Hall, a Londra al Royal College e alla West London University; a Cleveland, negli Usa, come al conservatorio Tchaikovsky di Mosca. L’amore per il piano? «I miei non sono musicisti ma hanno coltivato la passione per i concerti e mi hanno sempre incoraggiata a suonare. Tutto è iniziato quando, ancora da bambina, a Falcade s’è aperta una scuola di musica. Poi è arrivata in casa la prima tastiera e da lì non mi sono più fermata».

E poi c’è la grande passione per la classicità e il greco antico. Galeotto fu il Vangelo. «Leggendo in chiesa fin da piccola, mi colpì il fatto che il Nuovo Testamento era stato scritto in greco. Da qui la voglia di imparare la lingua», spiega. Dopo la laurea in filologia bizantina è arrivato il dottorato e la docenza all’ateneo patavino. La passione per l’insegnamento, infine, viene dalla mamma, maestra elementare. Hobby? «Amo passeggiare nei boschi e andare a funghi. E poi viaggiare. Appena posso faccio le valigie e parto». Aveva provato tre volte ad andare a Capo Nord. Per qualche motivo il viaggio s’era sempre fermato prima. L’anno scorso c’è finalmente riuscita. «Bisogna provarci, sempre». Anche questa è Silvia, romanticismo e tenacia.

Leggi anche la prima puntata della rubrica “Storie di chi resta”: Alpago andata e ritorno: la “lezione” di Martina

2 commenti

  • Persona meravigliosa! Gira per le grandi metropoli ma ha sempre la montagna nel cuore. Ce ne vorrebbero tante così…

    • Ha ragione, caro Dino. per questo l’abbiamo portata in prima pagina. Sono storie da conoscere.

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