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domenica 8 Giugno 2025,

Lavoro e speranza: voci dal territorio per un futuro possibile

Un’occasione di riflessione sulle trasformazioni recenti del mondo del lavoro, con particolare attenzione alla realtà del Veneto e della provincia.

La serata del 9 maggio, promossa dalle parrocchie del centro città con il titolo Testimoni di speranza nel lavoro, ha offerto al pubblico un’occasione di riflessione sulle trasformazioni recenti del mondo del lavoro, con particolare attenzione alla realtà del Veneto e della provincia. L’incontro, arricchito da interventi di esperti e testimonianze personali, ha voluto proporre uno sguardo realistico ma costruttivo sulle sfide del presente.

Ad aprire il dialogo è stato Tiziano Barone, direttore dell’ufficio Veneto Lavoro, che ha illustrato l’evoluzione del mercato del lavoro negli ultimi vent’anni, segnata da crisi ravvicinate e da un ritmo di cambiamento sempre più rapido. Attraverso dati e grafici, Barone ha evidenziato come oggi emergano nuove criticità, tra cui la crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. Ha sottolineato anche una richiesta sempre più diffusa tra i giovani lavoratori: quella di ritagliarsi tempo per sé, oltre gli impegni professionali. «Diventa urgente e necessario», ha affermato, «prendere coscienza di quale sia lo scopo del proprio lavoro, quale l’obiettivo e il contributo che si intende offrire alla comunità».

A portare la propria esperienza personale è stata Paola Nard, ceramista artigiana, che ha raccontato il percorso che l’ha condotta alla sua attuale professione. Per lei è stato fondamentale il desiderio di lasciare un’impronta sul territorio, da cui è nato il progetto della didattica della ceramica nelle scuole. Un’attività che mira a trasmettere ai più giovani la bellezza del lavoro manuale e il valore dell’artigianato, con la soddisfazione che può derivare anche dalla fatica.

Anche Marco Da Rin Zanco, imprenditore nel settore digitale, ha condiviso la propria visione: per lui il centro dell’impresa è il rapporto con i collaboratori, da vivere come opportunità per far emergere insieme il valore del lavoro. In questo spirito, alcuni dipendenti sono divenuti nel tempo soci dell’azienda. Entrambi gli imprenditori hanno sottolineato l’importanza del confronto e della collaborazione, strumenti essenziali per costruire relazioni significative.

Nel suo intervento, Nard ha anche richiamato la rete di donne Merry Artigiane, come esempio concreto di attivazione femminile in ambito imprenditoriale e artigianale. Una rete nata per sostenere l’iniziativa delle donne bellunesi, in linea con quanto già osservato da Barone circa la loro maggiore attitudine al lavoro rispetto ad altre province venete.

A conclusione della serata, ai relatori è stata chiesta una parola da rivolgere ai giovani lavoratori. Paola Nard ha scelto «coraggio», invitando a non temere le sfide e a coltivare i propri sogni. Marco Da Rin Zanco ha indicato la parola «senso», convinto che senza un significato autentico non si possa né lavorare né vivere: «La felicità passa anche attraverso la fatica, purché sia sensata». Per Barone, la parola è «libertà», intesa come apertura alla realtà e disponibilità ad ascoltarla, così da trasformare la vita in «un’avventura affascinante».

E la speranza? Per tutti i relatori, essa si fonda sulla fiducia. Fiducia in qualcuno o in qualcosa di presente, che accompagna il cammino. Come ha concluso il moderatore della serata, l’imprenditore Rudy Zerbinati, «la speranza non è l’ottimismo: mentre quest’ultimo è cieco perché non è realista, la speranza si fonda su una cosa certa e solida che esiste adesso».

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