Il Belluno Volley si regala una rimonta d’altri tempi: davanti al pubblico di casa, prima si fa mettere sotto di 2-0 nel conto dei set, poi si riprende e dà il meglio. Argina Romeo Sorrento, che guidava per 2-1 il conto delle partite dei playoff per la promozione in A2, poi passa avanti e si prende il match, ribaltando una situazione che pareva del tutto compromessa. Se Sorrento avesse vinto, i playoff sarebbero finiti a Lambioi. Ora i giochi sono di nuovo aperti e tutto, ma tutto, si giocherà in Campania in “gara 5”, vera finalissima.
«Questo gruppo ha cuore, personalità e valori che vanno al di là della sfera tecnica», commentano dallo staff del Belluno Volley. «Sì, è un’altra notte incantata, dopo quella con Gioia del Colle». Ora l’intera comitiva si trasferirà per la terza volta a Sorrento, dove domenica 18 andrà in scena l’ultimissima partita, quella del tutto per tutto, nella tana del leone dove in “gara 1” Belluno l’aveva spuntata: è possibile, si può fare, si deve fare.
La stagione di Serie A3 Credem Banca verrà decisa quindi al fotofinish, in una sfida secca che mette in palio un unico biglietto di sola andata con destinazione A2. Dalla Vhv Arena è emersa una vittoria dal profumo di impresa. «La pressione non è un avversario insormontabile», commentano dalla squadra, «al contrario, può diventare addirittura un’alleata, se incanalata nel giusto versante».
Ci sono subito un paio di novità nel sestetto di partenza, visto che Cengia trova posto al centro e nel ruolo di banda, insieme a Berger, agisce Schiro, protagonista di una buonissima gara 3. Proprio Schiro apre ben presto il fuoco e doppia i biancoverdi (6-3), mentre Mian griffa l’ace dell’11-5. Ma se c’è una cosa che ha insegnato questa stagione è che Sorrento, oltre all’elevato tasso tecnico, ha carattere in quantità industriale. E, puntualmente, risale fino all’aggancio a quota 13, grazie a due punti in sequenza di Wawrzynczyk. Mian, invece, manda out l’attacco del sorpasso campano: 17-18. A quel punto si gioca sul filo: Berger riporta avanti i suoi (22-21), solo che Baldi diventa inarrestabile e un’incomprensione sotto rete costa l’intero parziale (23-25).
Il Belluno Volley accusa il colpo e, nel secondo round, è sempre costretto a inseguire. Anche perché capitan Patriarca si prende prepotentemente la scena: inchioda un muro che vale un break di particolare importanza (15-17). E un altro, il secondo, è quello del definitivo strappo (20-23). Marzola prova a cambiare l’inerzia del match pescando dalla panchina, ma la Romeo è una sentenza.
Sotto di una partita, e di due set, le spalle sono più che al muro. Serve una scossa. E prova a darla, o meglio, la dà eccome Ricky Mian con il suo braccio pallavolistico armato: è lui a ispirare la prima fuga (10-4) e a mettere a terra 6 palloni su 9 in attacco. Il sestetto campano, tanto per cambiare, riduce il gap e si riporta a -2 grazie a Pol (16-14), ma Mian allontana lo spauracchio della rimonta con due punti e, nel finale, esultano pure Bisi e Berger: 25-19, tutto riaperto.
Nel quarto capitolo del confronto, sale di tono il muro. E Luisetto porta energia e spessore sotto rete: è suo il muro del 10-8. E se Wawrzynczyk prova a riaprire i conti (12-11), sono altri due “Monster Block” di Basso e Berger a scavare un solco rilevante: 19-14. Insomma, batte forte il cuore del Belluno Volley: 25-19, col punto esclamativo di Bisi. Si va al tie-break.
L’avvio del quinto set è in salita (0-2 e 4-7, con l’inchiodata di Fortes), però i biancoblù non tentennano. Anche perché la VHV Arena urla: Berger pareggia a quota 9 e Luisetto firma il sorpasso sul 13-12. Poi ci pensa Bisi: il punto numero 14 e 15 sono griffati dall’opposto di origine modenese. Liberazione: tutti a Sorrento.
«Una gara tutto-cuore», analizza coach Marzola, «nella quale abbiamo dato il massimo. Non avevo dubbi che questo fosse un gruppo incredibile. Dopo il secondo set? Non ho detto nulla di fantasmagorico: ci eravamo ripromessi di vincere o perdere insieme. E di non uscire con alcun rimpianto. L’acqua era ben sopra alla gola, ma stavolta, nei momenti decisivi, siamo stati più bravi noi».
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