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lunedì 9 Giugno 2025,

Auronzo, la chiusura del Liceo Linguistico è un duro colpo per la montagna

Confcommercio Belluno Dolomiti esprime la massima preoccupazione e l’auspicio che si possano valutare soluzioni alternative.

La notizia della prossima chiusura del Liceo Linguistico “Cadore” di Auronzo ha suscitato preoccupazione tra le famiglie, gli amministratori locali e gli operatori del territorio. La scuola, attiva da anni nell’Alto Bellunese, ha rappresentato un punto di riferimento formativo e culturale per numerosi studenti della montagna, offrendo un’opportunità educativa vicina e di qualità.

La decisione di interrompere l’attività del liceo non è percepita solo come una perdita nell’offerta scolastica, ma come un segnale di una tendenza più ampia e preoccupante: quella dello svuotamento progressivo delle comunità montane, spesso private di servizi essenziali e costrette a fare i conti con un futuro incerto. Per molti giovani, la mancanza di istituti scolastici in loco può trasformarsi in una spinta ad abbandonare il territorio, alimentando fenomeni di spopolamento e allontanando le prospettive di rilancio.

Nel corso degli anni, il Liceo Linguistico di Auronzo ha contribuito alla formazione di studenti capaci di affrontare il mondo con una preparazione orientata all’internazionalizzazione, rispondendo anche alle esigenze di un’economia locale fortemente legata al turismo. Le competenze linguistiche acquisite in questo contesto hanno avuto ricadute positive sia per chi ha proseguito gli studi universitari, sia per chi si è inserito nel mondo del lavoro, in particolare nei settori dell’accoglienza e dei servizi.

Davide Zandonella Necca, delegato di Comelico Superiore e membro della Giunta provinciale di Confcommercio Belluno Dolomiti, ha espresso seria preoccupazione, auspicando un dialogo con le istituzioni scolastiche e il territorio per esplorare possibili soluzioni: «Difendere il Liceo Linguistico di Auronzo significa difendere il diritto allo studio, la coesione sociale e le prospettive future di un’intera comunità».

Il timore condiviso è che la chiusura del liceo possa rappresentare non solo una scelta amministrativa, ma un passo indietro nella valorizzazione della montagna come luogo in cui vivere e investire. La scuola è considerata da molti un presidio di civiltà: perderlo significherebbe indebolire il tessuto sociale ed economico di un’area già fragile.

2 commenti

  • Articolo totalmente condiviso anche per le valide considerazioni di Davide Zandonella Necca. Lasciar chiudere una scuola, specie in montagna, e specificatamente il Liceo Cadore di Auronzo dopo 40 anni di prestigiosa attività, sarebbe una sconfitta per tutti! E non far nulla per evitarlo è ignavia! Il Liceo, istituito nel 1981 con lungimiranza e impegno del Comune (allora ero Sindaco) e con il supporto del dr. Orazio Sorbello, titolare anche di altre scuole private, ha costituito la prima e unica scuola superiore in paese (ai miei tempi non c’era neppure la scuola media!), che offrendo ai giovani di Auronzo e dei paesi vicini, un’ottima formazione in materie linguistiche, anche a supporto del turismo e delle occhialerie impegnate nelle attività di esportazione, dava l’opportunità anche di accedere all’Università, come di fatto poi avvenuto da gran parte dei diplomati della scuola. E’ una battaglia da affrontare anche contando sul sostegno da parte del Vostro benemerito Giornale (a cui sono abbonato da moltissimi anni) e che apprezzo per il costante impegno per i problemi della gente di montagna, e che ricordo ancora con gratitudine per l’impegno dato negli anni 1975-80 nella difesa dell’Ospedale.

    • Grazie anzitutto per l’apprezzamento. Le scuole, come gli ospedali sono tra i principali presidi di comunità che garantiscono la vivibilità di un paese e di un territorio, perciò ogni chiusura è una sconfitta della montagna e di chi la abita.

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