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giovedì 14 Agosto 2025, San Massimiliano Maria Kolbe

A Pieve apre lo Snodo in Quota: un aiuto per bonus, pratiche e accesso ai servizi

L’ufficio si trova in via degli Alpini 39 nella sede di Confartigianato Imprese e sarà operativo dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18

È stato inaugurato questa mattina lo Snodo di Pieve di Cadore, terza sede operativa del progetto Snodi in Quota – Dolomiti inclusive, dopo quelli di Belluno, attivo da fine 2024 e di Agordo, aperto il 9 maggio scorso. Un servizio pensato per aiutare le persone a orientarsi tra le tante opportunità (pubbliche e private) e servizi del territorio, offrendo ascolto e consulenze per la compilazione di pratiche, l’accesso a informazioni su servizi e bonus. Dalle prime evidenze, ad esempio, negli snodi di Belluno e Agordo c’è una forte richiesta di fare lo SPID.

L’ufficio si trova in via degli Alpini 39 nella sede di Confartigianato Imprese e sarà operativo dal martedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.

«L’inaugurazione di questo Snodo ci restituisce speranza», ha sottolineato la sindaca di Pieve di Cadore, Sindi Manushi. «Soprattutto in queste zone caratterizzate da tante ‘serrande’ sono state abbassate e da un depauperamento generale dei servizi. Giustamente qui è stato fatto un percorso inverso, con il decentramento sul territorio di un servizio in collaborazione con le realtà locali».

La logica del progetto Snodi in Quota – promosso dal Comune di Belluno e finanziato dalla Fondazione Cariverona – è proprio quella di avvicinare i servizi ai cittadini. «L’idea è di una distribuzione equa dei servizi, anche dal punto di vista geografico», ha spiegato Marco Dal Pont, assessore al sociale del Comune di Belluno. «Oggi cominciamo un camino assieme con le istituzioni locali del Cadore, i Comuni, le Unioni montane, l’azienda sanitaria, gli uffici di Veneto Lavoro, ma anche con le cooperative sociali e con tutti i soggetti che offrono opportunità. Lo Snodo di Pieve di Cadore ci permetterà di garantire una maggiore efficacia, equità e coerenza territoriale nell’erogazione degli interventi di welfare locale, con ricadute dirette sui cittadini dei 46 Comuni dell’ambito».

«Informare, orientare e accompagnare. Sono le tre funzioni principali degli Snodi», ha spiegato invece Michele Dal Farra, presidente di Metàlogos, la società che ha in carico l’attuazione tecnica del progetto. «Lo Snodo si propone come ponte tra cittadinanza, servizi pubblici, enti del Terzo Settore e stakeholder locali, senza sostituirsi ai servizi esistenti, ma rafforzando la rete e facilitandone l’accesso secondo un processo partecipato grazie al quale le persone trovano risposte ai rispettivi bisogni».

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