Belluno °C

lunedì 23 Giugno 2025,

Museo del porto fluviale e degli Zattieri di Borgo Piave, ecco quando è possibile visitarlo

Il nuovo spazio è stato inaugurato sabato scorso

Sarà visitabile già domenica 25 maggio e poi le quarte domeniche del mese, dalle 11 alle 12 e dalle 14.30 alle 16 (stessi orari del Museo Maschere Dolomitiche di Gianluigi Secco), il nuovo Museo del porto fluviale e degli Zattieri di Borgo Piave che è stato inaugurato sabato scorso in via dei Molini 3 nello storico Palazzo Doglioni di Borgo Piave a Belluno. L’inaugurazione ha visto due momenti emozionanti con le letture curate da Sonia Vazza tratte dal libro “Vite sul fiume” di Tieri Filippin e poi l’ascolto di un brano inedito scritto da Gianni Secco e cantato con Rachele Colombo intitolato “Piave” che è stato registrato proprio nello studio di Colombo presente all’apertura.

Il Museo ospita un’esposizione permanente di oggetti, attrezzi originali, immagini di documenti, manifesti e foto che raccontano di quando Borgo Piave era porto fluviale della Città di Belluno, in particolare nei secoli della Serenissima, e tappa principale tra le Dolomiti e Venezia. Lo spazio museale si trova proprio nella sala nella quale gli zattieri di Borgo Piave si scambiavano merci, opinioni, problematiche condivise ma anche si faceva scuola per insegnare alle nuove generazioni la nobile e difficile arte di “navegar per la Piave”. Ed è proprio qui che è tornato il modello di zattera che Bepi “Gal” Marchetti aveva fatto circa 150 anni fa per far scuola agli zattieri del borgo e aveva poi donato ad inizio secolo al Museo Civico di Belluno rimanendo per almeno 70 anni nei magazzini.

Della famiglia Marchetti, “Zattari del Sobborgo di San Nicolò della Piave” almeno dal 1663, sono visibili anche l’anger, il zapin, il sogàt, l’abito con il tipico cappello con la falda larga, utile per far cadere la pioggia all’esterno delle spalle durante il viaggio in zattera, e poi ancora i martelli con i quali le Segherie Collarin, poi Bellunesi, che avevano la sede proprio a Borgo Piave in riva al fiume, marchiavano nei boschi gli alberi di proprietà ma anche fotografie che mostrano il borgo con le zattere, la rievocazione storica del 1951, partita proprio dalle segherie del borgo ed altri elementi identitari di Borgo Piave come le tipiche pialle da serramenti e mobili di Gregorio Gamba “Marangon di Piave” e altri attrezzi provengono invece dalla collezione di Fioretto Bortot, Ivano Caviola ed Enzo Marcer che si ringraziano per le donazioni.

«L’epopea degli zattieri da un po’ di anni a questa parte si è cominciata a riscoprire, conoscere e narrare ma a Belluno, a causa anche del Vajont e l’alluvione del ‘66, la storia si era persa perché la comunità del borgo legata al fiume era stata fatta trasferire in altre zone della città, meno esposte alle piene ed allagamenti, disgregando di fatto quel gruppo di persone che potevano portare avanti direttamente sul luogo questa storia», fa sapere il presidente Antonio Gheno. «Approfondendo e facendo ricerche negli anni siamo riusciti a rimettere insieme i pezzi grazie alla disponibilità dei discendenti diretti di chi sul porto di Belluno ci ha vissuto e lavorato vedi appunto la famiglia Marchetti, i Collarin, la casata dei Sommavilla-Vign«».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *