Prosegue a Belluno il percorso di sensibilizzazione ambientale legato alla presenza delle rondini nel centro storico. L’iniziativa, avviata nell’ambito della Carta Europea per il Turismo Sostenibile del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, ha assunto nel tempo un valore simbolico e scientifico rilevante, contribuendo a promuovere la consapevolezza sull’importanza della convivenza tra uomo e natura in ambito urbano.
La rondine comune (Hirundo rustica), uccello migratore che attraversa il deserto del Sahara per giungere fino all’Europa, è da sempre considerata simbolo di primavera e rinascita. La sua presenza, legata sia agli ambienti rurali che a quelli urbani, è oggi riconosciuta come indicatore biologico di buona qualità ambientale. Tuttavia, negli ultimi decenni, la popolazione nidificante in Europa ha subito una contrazione significativa, dovuta principalmente ai cambiamenti ambientali e climatici, sia nei territori di riproduzione che nelle aree di svernamento in Africa.
A Belluno, una delle poche città italiane a ospitare ancora una popolazione urbana di rondini, si è voluto dare valore a questa presenza. Dal 2016 viene effettuato un censimento annuale dei nidi grazie all’attività dell’esperto Giuseppe Tormen e al supporto della Polizia Provinciale. In otto anni di monitoraggio sono stati rilevati complessivamente 189 nidi, anche se non tutti ancora attivi. Nel 2023 è stato confermato l’utilizzo di 57 nidi, dato stabile rispetto all’anno precedente.
Per limitare eventuali disagi derivanti dalla presenza dei nidi, in particolare il guano, e al tempo stesso tutelare questi uccelli, sono stati installati appositi tappetini e ombrelli protettivi in alcune aree sensibili del centro storico. L’obiettivo è quello di favorire una convivenza sostenibile tra le esigenze della città e la protezione della fauna.
Alla presentazione dell’ultima fase del progetto è intervenuta anche l’assessora Lorenza De Kunovich, che ha sottolineato il valore simbolico dell’iniziativa: «Quello di oggi non è stato solo un gesto pratico, ma un atto simbolico: un modo per celebrare il profondo legame che unisce la nostra città alla natura. Belluno è, da tempo, la Città delle Rondini — un titolo che ci onora e che vogliamo custodire con impegno e sensibilità».
Riferendosi alla posa dei tappetini, ha chiarito che non si tratta di una misura invasiva: «Con la posa dei tappetini anti-guano, non intendiamo allontanarle né disturbarle: stiamo semplicemente cercando un equilibrio tra la convivenza urbana e il rispetto per il decoro degli edifici».
L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra Provincia e Comune di Belluno, Confcommercio Belluno Dolomiti, il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, diverse associazioni ambientaliste e la Riserva di caccia di Belluno. «È anche grazie a loro – ha concluso De Kunovich – se Belluno può continuare a essere un esempio di città che guarda al futuro, senza mai dimenticare la bellezza e il valore del proprio cielo».
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1 commento
Daniele
Son problemi…..