L’omicidio del gestore di un impianto di carburante ad Ardea, avvenuto nei giorni scorsi durante una rapina in pieno giorno, ha suscitato preoccupazione anche tra i benzinai della provincia di Belluno. A intervenire sulla vicenda è Mario Fabbiane, presidente provinciale dei gestori di impianti stradali di carburante di Confcommercio Belluno Dolomiti.
«Con profondo dolore, a nome dei gestori degli impianti stradali bellunesi, esprimiamo la nostra solidarietà alla famiglia del collega ucciso», afferma Fabbiane, commentando la tragica notizia che ha riportato l’attenzione su una professione sempre più a rischio. Secondo il rappresentante della categoria, quello di Ardea non è un caso isolato, ma l’ennesimo episodio che conferma la crescente esposizione dei gestori a situazioni pericolose. «La preoccupazione per i rischi che quotidianamente si possono correre nella conduzione delle nostre attività è sempre più marcata», sottolinea. Fabbiane ricorda che Figisc Confcommercio da tempo segnala, a tutti i livelli istituzionali, le criticità in materia di sicurezza e i pericoli ai quali i gestori sono soggetti, ma gli episodi di violenza – anche quelli che non finiscono tragicamente – continuano a verificarsi.
Il presidente provinciale mette in guardia dall’idea che il fenomeno sia distante dai territori più piccoli: «Non pensiamo che un territorio come il nostro sia esente, perché episodi ne sono capitati anche da noi, con un’estrema difficoltà poi a scovarne le responsabilità». Fabbiane elenca una serie di situazioni critiche ricorrenti, come furti, tentativi di furto, mancati pagamenti ai distributori, insulti e aggressioni, anche fisiche, legati spesso a questioni organizzative degli impianti che non dipendono direttamente dai gestori. A tutto questo si aggiungono le tensioni dovute all’aumento dei prezzi dei carburanti, che ricadono anche sugli stessi operatori del settore.
«Tengo a puntualizzare che nella nostra filiera l’anello debole è proprio il gestore – osserva – il quale, a fronte di dinamiche contrattuali sempre più penalizzanti, ci mette la faccia e rischia del suo».
Fabbiane chiede che venga riconosciuto il valore del lavoro svolto dai gestori e i rischi connessi: «È giunto il momento che tutto ciò venga riconosciuto in termini di attenzione mediatica, protezione, azioni preventive, tutele e “politiche” che riconoscano un valore ai rischi correlati ad una professione sempre più fragile».
Il timore, conclude, è che episodi drammatici come quello di Ardea possano verificarsi nuovamente, anche in contesti ritenuti finora sicuri: «Siamo stanchi di piangere colleghi e di vivere nella costante preoccupazione che fatti del genere possano capitare anche a noi. È inaccettabile, al giorno d’oggi, che persone e famiglie che svolgono un servizio di pubblica utilità lo debbano fare in condizioni di paura e di insicurezza».
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