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mercoledì 25 Giugno 2025,

Un invito alla mitezza nella Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

Il messaggio che Papa Francesco aveva preparato: «Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori».

Oggi – domenica dell’Ascensione – la Chiesa cattolica celebra la 59ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, un appuntamento che giunge in un tempo segnato da profondi cambiamenti e da un flusso continuo di fatti di cronaca che coinvolgono la quotidianità delle famiglie. In questo contesto, emerge la necessità di un rinnovato impegno nel lavoro dei comunicatori: un impegno che sia al tempo stesso attivo e riflessivo, orientato al racconto della verità e mosso dalla volontà di cercarla con onestà.

Il messaggio di Papa Francesco, di venerata memoria, porta il titolo «Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori». È una riflessione che appare oggi particolarmente attuale. Il compianto pastore invita a “disarmare” la comunicazione, a liberarla da toni aggressivi, a riscoprire il valore della propria vocazione di operatori dell’informazione, evitando di cedere a logiche che mettono da parte la verità o la cura reciproca per convenienze di potere.

«Troppo spesso oggi la comunicazione non genera speranza, ma paura e disperazione, pregiudizio e rancore, fanatismo e addirittura odio», scrive Papa Francesco. Il rischio è quello di una semplificazione eccessiva della realtà, funzionale a suscitare reazioni istintive, a provocare, talvolta persino a ferire. Le parole, quando usate con disattenzione o intenzionalmente manipolate, diventano strumenti taglienti e divisivi.

L’invito del Pontefice è chiaro: immaginare una comunicazione che non alimenti illusioni o paure, ma che sia capace di offrire motivi per sperare. In quest’ottica, viene sottolineata l’importanza di evitare atteggiamenti autoreferenziali e forme di protagonismo. Una buona comunicazione, infatti, rende partecipe chi ascolta, chi legge o chi guarda; crea vicinanza e consente di riconoscersi nelle storie raccontate. Comunicare in questo modo significa contribuire alla costruzione della pace e diventare, come recita il motto del prossimo Giubileo, “pellegrini di speranza”.

Salvatore Di Salvo, segretario nazionale dell’Ucsi, ha ricordato il ruolo svolto dai comunicatori nel percorso giubilare, con particolare riferimento al primo incontro giubilare del settore e all’udienza concessa da Papa Francesco ai giornalisti. «Tu sei vero?», è stata la domanda rivolta ai 10.000 operatori della comunicazione presenti, una domanda che continua a risuonare ogni giorno nella coscienza professionale di chi racconta il mondo.

La comunicazione, ha osservato ancora Papa Francesco, deve essere uno strumento di dialogo e non un’arma di conflitto. L’invito è quello di “disarmare le parole”, scegliendo consapevolmente una comunicazione pacificata e pacificante, capace di dare voce a chi non ne ha. «No alla guerra delle parole e delle immagini», ha ribadito il Pontefice, richiamando il dovere di un ascolto autentico, lontano da slogan e semplificazioni che riducono la complessità del reale.

In continuità con il pensiero di Papa Leone XIII, Francesco propone un modello comunicativo che sia attento, mite, riflessivo, orientato alla verità e alla cura delle relazioni. «Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività», ha detto il Santo Padre, sottolineando come solo così si possa contribuire concretamente a disinnescare i conflitti nel mondo.

Nel suo messaggio, Di Salvo sottolinea come il cammino del Giubileo non possa lasciare indifferenti quanti si occupano di comunicazione. L’augurio è che ciascuno possa sentirsi coinvolto in questa chiamata alla responsabilità, con la consapevolezza che «quanti si fanno operatori di pace saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).

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