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martedì 24 Giugno 2025,

Alex ha riaperto la Latteria di Casada a Santo Stefano di Cadore: «Mai lasciare ad ammuffire un sogno»

di Carla Laguna

Alex Tomè ha solo 25 anni e insieme alla sua famiglia ha fatto rinascere la Latteria di Casada di Santo Stefano di Cadore. Lo ha fatto arrivando ‘‘da fuori’’, precisamente da Gaiarine, Treviso, una scelta che sa di controtendenza. E allo scoccare del primo compleanno dell’attività la soddisfazione è palpabile: «All’inizio due sole piccole stalle locali conferivano il latte, ora sono nove; da 150 litri di latte lavorati ogni giorno siamo arrivati a 500, con buone possibilità di ulteriore aumento» dice. Inoltre, è stato aperto lo spaccio aziendale ed è stato acquistato un furgone per la vendita nei mercati cadorini, friulani e trevigiani. Tra le ultime novità c’è la vendita online dei prodotti.

«La produzione è molto varia e spazia tra latte vaccino e caprino: produciamo 25 tipologie tra formaggi, ricotte, yogurt, erborinati e altro» spiega Alex. Che insieme all’Azienda Agricola Fontana di Santo Stefano ha assunto la gestione della Malga Dignas, utilizzata come agriturismo e per l’alpeggio estivo delle mucche. «Il latte qui prodotto e poi lavorato a Casada ha dato origine a una particolare serie di formaggi d’alta montagna che si affiancano a quelli di fondovalle. La struttura è aperta anche in questo periodo fino al 6 gennaio e poi sarà operativa il sabato e la domenica, fino alla riapertura completa prevista per metà giugno». Grazie a un abile uso dei social media, Tomè è riuscito a farsi conoscere anche per le numerose dimostrazioni in diverse località e al Museo della Latteria di Lozzo, coinvolgendo in particolare i bambini. Al museo è stato anche relatore al convegno «Economia, lavoro e risorse della montagna. Un ponte tra passato e attualità», dedicato proprio alle produzioni casearie.

È la storia di un giovane di pianura, nato nel 1999, che ha imparato ad apprezzare la vita e il lavoro in quota. «Da bambino avevo paura della montagna» racconta. «Poi è arrivato il colpo di fulmine, durante una gita in Cansiglio con la mia famiglia». E da lì è nato un amore che lo ha portato a sviluppare una passione per il trekking, le ferrate, i sentieri, la roccia. «A 15 ho deciso di diventare casaro, dopo un’estate trascorsa in un caseificio in Cansiglio. Prima uno stage e poi, una volta terminati gli studi a 19 anni, ho cominciato a lavorare a tempo pieno e per tutto l’anno nella Malga Misurina di Auronzo» dove in tre anni Alex ha appreso gran parte delle competenze che costituiscono oggi la sua esperienza. Qui, complice la custodia di un cavallo, ha conosciuto anche la fidanzata Aurora Da Rin, che lo sostiene in questa avventura.

L’occasione propizia si è presentata con la disponibilità dello spazio della Latteria della Regola di Casada, chiusa negli anni Cinquanta. Alex Tomè vi ha riversato il suo grande entusiasmo ed è stato sostenuto dai familiari, che sono suoi collaboratori. Difficoltà? «La burocrazia» risponde, sottolineando l’aiuto ricevuto dalla Feinar di Santo Stefano e dalla Banca San Paolo, «e la logistica, avendo dovuto ricreare una latteria in uno spazio dismesso. Gli aiuti economici derivanti dalle leggi sono ben pochi».

Alex Tomè si rivolge ai giovani e dà un consiglio: «Inseguite i vostri sogni, metteteci tutti voi stessi, puntando sempre in alto e arrivando poi dove le forze lo permetteranno». Un sogno «non va mai lasciato ad ammuffire in un cassetto, anche se è chiaro che dovrai dedicare ad esso il 90% della tua vita, accettando la gavetta iniziale e facendo esperienza in ciò che piace, rimanendo sempre pronti al sacrificio. Ma soprattutto, senza vergognarsi dei propri sogni: non esiste un progetto più importante di un altro. Ognuno è unico».

Leggi le altre puntate della nostra rubrica “Storie di chi resta”, uno spazio dedicato al racconto di Bellunesi che hanno scelto la montagna come luogo dove coltivare gli affetti e lavorare:

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