È stato presentato oggi a Feltre, “C’è Da Fare Safe Teen Dolomiti”, il protocollo ad alta intensità di supporto psicologico e neuropsichiatrico rivolto ad adolescenti in condizioni di fragilità. Il progetto, creato dall’associazione C’è Da Fare ETS con l’Ospedale Niguarda di Milano, è in fase di avvio anche in ULSS 1 Dolomiti, grazie a una donazione di 60.000 euro da parte dell’Associazione all’Azienda Sanitaria. Fondamentale è stato anche il contributo dell’azienda Clivet che ha donato 30.000 euro a C’è Da Fare ETS per sostenere il lancio del progetto. La somma permetterà di attivare per un anno un percorso terapeutico intensivo rivolto a dieci adolescenti tra i 12 e i 17 anni.
CDF Safe Teen Dolomiti propone un modello ambulatoriale ad alta intensità, già consolidato con successo a Milano, e di recente avviato anche a Roma, rivolto a ragazze e ragazzi che vivono situazioni di forte disagio psicologico e neuropsichiatrico, come ideazione suicidaria, autolesionismo, disturbi del comportamento alimentare e isolamento sociale. Il protocollo prevede anche un modulo a media intensità per garantire la continuità delle cure e un servizio di orientamento per le famiglie.
Il progetto prenderà il via ufficialmente in Ulss Dolomiti il 15 settembre 2025 e per dodici mesi offrirà un intervento strutturato e continuativo, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato e all’impegno congiunto di operatori sanitari, educatori e sostenitori territoriali, integrando i servizi già offerti dall’Azienda Sanitaria.
“Questo progetto si integra con i servizi offerti agli adolescenti in difficoltà e alle loro famiglie che vanno dallo spazio adolescenti all’Unità funzionale Distrettuale Adolescenti. L’aspetto innovativo è rappresentato dal coinvolgimento nel percorso terapeutico della famiglia con un approccio integrato e multidisciplinare. Dico spesso che la salute mentale non è una questione solamente sanitaria ma riguarda l’intera comunità”, ha commentato Giuseppe Dal Ben, Commissario ULSS 1 Dolomiti.
L’idea nasce dalla visione e dall’impegno di Paolo Kessisoglu e Silvia Rocchi, fondatori di C’è Da Fare ETS, che dal lancio dell’associazione si occupano del tema della salute mentale giovanile. “Questo progetto ha per me un significato profondo. Sono legato a questo territorio, alle persone che lo abitano e ad alcune realtà e famiglie che, anno dopo anno, scelgono di affiancarci e sostenerci nel nostro impegno. È anche grazie a questa fiducia rinnovata nel tempo che possiamo dare continuità al nostro lavoro e offrire un aiuto concreto ai giovani che vivono un momento di fragilità.”, ha dichiarato proprio Kessisoglu.
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1 commento
Giuseppe
Che bella testimonianza di altruismo!