«Dalla Striscia di Gaza si leva sempre più intenso al Cielo il pianto delle mamme e dei papà, che stringono a sé i corpi senza vita dei bambini, e che sono continuamente costretti a spostarsi alla ricerca di un po’ di cibo e di un riparo più sicuro dai bombardamenti. Ai responsabili rinnovo il mio appello: cessate il fuoco, siano liberati tutti gli ostaggi, si rispetti integralmente il diritto umanitario!», questo l’ennesimo appello di papa Leone XIV. Voce di uno che grida nel deserto.
Se esiste l’inferno, oggi è a Gaza. È lì, davanti ai nostri occhi, sempre più insostenibilmente atroce, mostruoso. Anche se ai giornalisti stranieri è vietato l’accesso nella Striscia, o vengono uccisi, ormai le cronache dei volontari e degli operatori delle Ong che vi operano sono bollettini apocalittici non più di una guerra, ma di un massacro che non conta più le vittime civili, colpevolmente passato sotto silenzio fino a ieri dai governi occidentali e dalla UE, ancora balbettanti, riottosi a una qualsiasi azione diplomatica degna di questo nome.
Quello che sta accadendo, da 19 mesi, in questo territorio dove sopravvivono in condizioni subumane due milioni di sfollati in casa loro, non accade in nessun altro posto al mondo. Qui, dopo la macelleria terroristica perpetrata da Hamas il 7 ottobre 2023, si sta consumando lo sterminio di un popolo, con bombe sganciate sulla popolazione inerme, la distruzione di ospedali e scuole, la devastazione di interi quartieri. Non è più la reazione militare legittima alla brutale mattanza operata da Hamas e alla cattura di tanti ostaggi, né un’operazione per garantire la sicurezza degli israeliani.
E oggi siamo all’escalation finale di questa folle volontà di potenza: prima il blocco degli aiuti umanitari; dopo, il piano “Carri di Gedeone” con l’espansione dell’offensiva nella striscia di Gaza. L’intento è oramai palese, perfino dichiarato: avanti fino all’occupazione dell’intero territorio di Gaza, svuotandola dai palestinesi.
Ma cosa deve ancora accadere di ancor più mostruoso di quanto già avvenuto, in questi giorni? Di più del raid dell’esercito nelle ex-scuole a Gaza City, trasformate in trappola mortale per gli sfollati? Del razionamento del pane fino a far morire di fame i bambini come nelle peggiori carestie africane, o negli assedi dell’antichità? Cosa deve succedere oltre lo strazio di All al-Najjar, la pediatra madre dei nove bambini morti sotto le bombe che hanno raso al suolo la sua casa? Che cosa ancora, prima di gridare “basta” e agire? Prendo in prestito i versi di una poesia di P. Bortolotti: «Se neanche il corpo svenuto di una madre/ fatta concava nell’inutile tentativo di racchiuderlo in seno/ a protezione/ da morte sicura suscita sdegno e orrore/ allora è meglio non definirci più umani».
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/