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venerdì 4 Luglio 2025,

Un omaggio a Franco Fiabane a dieci anni dalla scomparsa

Giovedì 19 giugno alle ore 18 la conferenza «Franco Fiabane: dentro la scultura, la scultura dentro», momento inaugurale di un percorso di valorizzazione dell’opera dell’artista.

Sarà Palazzo Crepadona a ospitare il primo appuntamento dedicato a Franco Fiabane, scultore bellunese scomparso il 1° settembre 2015, a dieci anni esatti dalla sua morte. Giovedì 19 giugno alle ore 18 si terrà una conferenza dal titolo Franco Fiabane: dentro la scultura, la scultura dentro, momento inaugurale di un percorso di approfondimento e valorizzazione dell’opera dell’artista.

L’incontro è curato dal Club Inner Wheel di Belluno e vedrà il dialogo tra Cristina Falsarella, dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Vittorio Veneto, e don Giacomo Mazzorana, direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali ecclesiastici della Diocesi di Belluno-Feltre. La conferenza offrirà un inquadramento biografico dello scultore, analizzando le sue influenze artistiche, i legami con il territorio bellunese e le opere di arte sacra realizzate sia in provincia di Belluno che nel vittoriese.

Particolare attenzione sarà dedicata ad alcuni dei progetti più significativi di Fiabane, come i cicli scultorei del Cimitero monumentale di Fortogna e della chiesa di Mas-Peron, opere che testimoniano il dialogo continuo tra spiritualità e materia che ha caratterizzato il suo percorso creativo.

L’incontro si inserisce in un programma più ampio, che culminerà nell’autunno 2025 con una mostra a Palazzo Fulcis, organizzata da una rete di enti locali: il Circolo Cultura e Stampa Bellunese, la Provincia di Belluno e il Comune di Belluno. A questi si affiancherà anche il Rotary Club di Belluno, che sta curando una campagna fotografica delle opere di Fiabane presenti sul territorio provinciale. L’iniziativa mira alla creazione di un itinerario tematico dedicato all’artista.

Un percorso artistico radicato nel territorio

Nato a Belluno nel 1937, Franco Fiabane si è formato nella bottega artigiana del padre Berto, scultore a sua volta, per poi affiancare il maestro Augusto Murer. A partire dal 1974 ha avviato un’attività espositiva in Italia e all’estero, partecipando anche a concorsi per opere pubbliche, sacre e laiche. Accanto alla lavorazione della pietra, ha esplorato materiali come il bronzo, il legno e la grafica.

Tra le sue opere più note si ricordano la Resurrezione con superstiti nella chiesetta del Vajont, la Deposizione nella chiesa di Mogliano, la Madonna Regina delle Dolomiti sulla Marmolada, il Tabernacolo della chiesa di Longarone progettata da Giovanni Michelucci, e la Madonna delle Ande in Argentina. Non mancano lavori simbolici per il territorio, come l’Angelo dell’accoglienza e la Via Crucis al Santuario del Nevegal, il gruppo degli Alpini sul ponte omonimo di Belluno, le porte della chiesa di Lentiai e il trittico al Cimitero delle Vittime del Vajont.

L’iniziativa avviata in questi giorni intende non solo ricordare l’artista, ma offrire occasioni di riflessione sul valore della scultura contemporanea, sul legame tra arte e territorio e sulla memoria collettiva.

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