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venerdì 11 Luglio 2025,

Ecco l’agrigelato, il gelato a km zero

Quattro realtà da conoscere nel territorio bellunese

Forse non esiste alcun cibo che sia bellunese tanto quanto il gelato. Una buona fetta d’Europa identifica i gelatieri con i bellunesi, e soprattutto con gli zoldani, che già nell’800 emigrarono in Germania, in Austria e in Svizzera a portare il gelato artigianale, con la gelatiera a manovella che avevano perfezionato perché fosse adatta agli spostamenti. E forse non tutti sanno che è merito della Confederazione delle Associazioni europee dei gelatieri, con sede a Longarone Fiere, se l’Europa ha una giornata ufficiale del gelato artigianale, che si celebra il 24 marzo, ogni anno, dal 2013.

Oggi i gelatieri itineranti sono quasi spariti, ma il gelato continua ad essere uno strumento importante per l’economia della montagna tutta. E non si chiama più semplicemente gelato, ma agrigelato.

Perché l’agrigelato è così importante

Nel 2024 in Italia si sono prodotti circa 13 milioni di tonnellate di latte, (dati ISMEA). La filiera lattiero-casearia italiana rappresenta un settore importante, con un valore della produzione che, tra fase primaria e trasformazione, supera i 20 miliardi di euro, secondo Confagricoltura.

Da diversi anni ormai però, gli allevatori considerano l’opzione di trasformare tutto il latte prodotto, o almeno una parte, in prodotti caseari finiti. Questo perché il prezzo di stalla, come viene definito il compenso che l’industria di trasformazione dà all’allevatore quando acquista la sua materia prima, a volte non basta nemmeno a coprire i costi di produzione.

Così, dopo lo yogurt, i formaggi di ogni tipo, e persino le panne cotte, accanto alle stalle han cominciato a sorgere dei laboratori per la produzione del gelato, con relativa zona per la consumazione sul posto. Sono luoghi che spesso regalano una vista ineffabile sulle montagne e sui prati, e che fanno interagire i sentori aromatici del gelato, con quelli del fieno sfalciato (e persino delle stalle!), fornendoci quell’esperienza di autenticità e semplicità che ricerchiamo ogni giorno nelle nostre frenetiche vite cittadine. Quello prodotto nelle aziende agrituristiche lo potremmo chiamare un gelato militante, anche se i più lo conoscono con il nome di agrigelato.

Un po’ di storia

Il termine “agrigelateria” nasce nel 2001 in Piemonte, quando Antonietta Burzio, dell’azienda agricola San Pé di Poirino (Torino), conia il neologismo per spiegare a un’amica l’idea rivoluzionaria di produrre gelato direttamente in fattoria.

Il concetto viene ufficialmente presentato da Coldiretti nel 2010 al Salone del Gusto di Torino, organizzato da Slow Food, come esempio virtuoso di filiera corta e agricoltura multifunzionale.

L’agrigelato rappresenta così un’evoluzione concreta del concetto di sostenibilità: un gelato a chilometro zero, che riduce l’inquinamento legato al trasporto, promuove il consumo consapevole e sostiene l’economia delle aree rurali.

Le agrigelaterie del Bellunese

Negli anni sono stati fatti molti tentativi, da parte delle aziende agricole del territorio, di produrre il gelato con alcuni prodotti locali anche molto originali: Coldiretti nella sua fiera del 20219 ha presentato addirittura il gelato al mais sponcio, o quello al kodinzon. Tuttavia l’agrigelato potrebbe anche essere più diffuso di così, ma a dimostrazione che questo modo di fare impresa va sostenuto dai consumatori, molti di questi gelati non sono riusciti ad andare oltre l’idea. Nel frattempo, queste sono le quattro agrigelaterie da conoscere sul territorio.

La Sorbettiera – Belluno
Forse la più celebre. Gabriele Da Rold gestisce un’azienda agricola con circa 70 mucche e, dopo aver acquistato una mungitrice elettrica che lo ha liberato da molto lavoro, ha avviato una gelateria artigianale a Belluno, rilevando un’insegna storica della citta. Il latte fresco viene utilizzato per produrre gelati con gusti ispirati ai dolci tradizionali, come il tiramisù al mascarpone e creativi, come quello limone e basilico.

La Sorbettiera.

Centro Caseario e Agrituristico dell’Altipiano – Tambre
Bio Cansiglio è il marchio di questo centro, che ha il suo fulcro al Bar Bianco, la celebre attività ristorativa della piana del Cansiglio. Qui, seduti ai tavoloni di legno che danno sull’altipiano, si può mangiare un gelato alla panna, che proviene dalla stalla accanto al bar. Il negozio offre anche prodotti caseari e salumi e una selezione di prodotti di altri aziende agricole della zona.

Il Bar Bianco di Tambre.

Azienda Agricola La Giasena – Ponte nelle Alpi
L’Azienda Agricola La Giasena di Ponte delle Alpi produce soprattutto frutta: sciroppi, succhi e marmellate sono famosi in tutto l’Alpago. Da qualche anno in Azienda è stata creata una sala degustazione con vista panoramica sulle montagne, e nel negozio si può acquistare un gelato, preparato con la frutta prodotta in azienda.

La Giasena.

Azienda Agricola F.lli Talamini De La Tela – Vodo di Cadore
L’Azienda Agricola De La Tela si distingue per la produzione di gelato artigianale ottenuto con il latte crudo delle proprie vacche. Viene prodotto solo il fiordilatte, che si può completare con aggiunta di frutta fresca o topping vari. L’azienda alleva bovini, produce salumi, formaggi e ortaggi, e il loro gelato si può mangiare in una terrazza con una splendida vista.

A Vodo di Cadore.

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