Il 16 giugno è scaduto il termine per il pagamento dell’acconto della Tarip, la tariffa puntuale sui rifiuti, ma il tema resta al centro del dibattito in provincia di Belluno. A sollevarlo è il Comitato Feltrino, che nelle ultime settimane ha raccolto oltre 500 firme – tra moduli cartacei e adesioni online – per chiedere trasparenza sull’applicazione dell’IVA e sulla formulazione delle bollette.
La petizione, lanciata informalmente grazie al passaparola e all’impegno di alcuni volontari, ha trovato appoggio anche in punti di raccolta come la tabaccheria Corrà di Feltre e un punto a Lamon. I firmatari non si limitano a contestare l’applicazione dell’IVA, ma sollevano più ampie richieste di chiarimento e trasparenza nei confronti dei gestori Bellunum srl e Valpe Ambiente, coinvolgendo di fatto anche i Comuni.
Secondo il Comitato, le bollette attualmente risultano poco chiare. Mancano riferimenti normativi, tabelle con i costi al metro quadrato, coefficienti legati alla composizione del nucleo familiare e indicazioni dettagliate sui costi del singolo conferimento. Aspetti che assumono rilievo particolare dato che la Tarip dovrebbe riflettere la quantità di rifiuti effettivamente prodotta da ciascun utente.
«Molti cittadini – spiegano i promotori – chiedono non solo lo stop all’IVA, ma anche bollette comprensibili e consultabili da chiunque, anche da chi non ha accesso a Internet o non ha familiarità con strumenti digitali». Le informazioni, denunciano, non sono facilmente reperibili né sul portale di Bellunum srl né su quello di Valpe Ambiente o dei Comuni interessati.
Alla base delle richieste, vi è anche una questione giuridica: la natura della Tarip. Secondo il Comitato, essendo questa una diretta derivazione della Tari, dovrebbe essere considerata a tutti gli effetti un tributo, e dunque non soggetta a IVA. «Il Mase – si legge nella nota – non ha finora espresso una distinzione sostanziale tra Tari e Tarip, limitandosi a indicare che l’obiettivo della Tarip è incentivare la riduzione dei rifiuti premiando i comportamenti virtuosi».
Secondo i cittadini, applicare l’IVA a un tributo sarebbe in contrasto con il principio per cui si tratta di un servizio pubblico obbligatorio e non soggetto a libera concorrenza. «Il cittadino non può sottrarsi né scegliere un’alternativa più vantaggiosa», osserva il Comitato, che richiama l’articolo 23 della Costituzione, a tutela del diritto dei cittadini contro prestazioni imposte in modo arbitrario.
In assenza di risposte da parte degli enti competenti, nonostante le istanze già inoltrate, il Comitato fa sapere che continuerà a raccogliere firme e ad approfondire il tema anche in sede legale. «La trasparenza è un presupposto indispensabile affinché ogni cittadino possa compiere scelte consapevoli nella gestione dei rifiuti. Solo partendo da qui – concludono – sarà possibile costruire un sistema equo e realmente sostenibile». Per ulteriori chiarimenti, il Comitato ha messo a disposizione la mail: comitatocittadinifeltre@gmail.com.
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