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lunedì 15 Dicembre 2025,

Giornata intensa per il Soccorso alpino

Una lunga lista di interventi completa la già impegnativa giornata di domenica 29 giugno; numerose chiamate al Soccorso alpino e all'elisoccorso dalle montagne della nostra Provincia.

Diversi interventi hanno impegnato oggi il Soccorso alpino e il servizio di elisoccorso in provincia di Belluno, a seguito di segnalazioni per escursionisti in difficoltà.

Un escursionista olandese di 70 anni è morto questa mattina nei pressi del Rifugio Baita Fredarola, lungo uno dei sentieri che si diramano dal Passo Pordoi. L’uomo è stato colto da malore improvviso attorno alle 11.20, mentre si trovava all’esterno della struttura. Alcuni presenti hanno iniziato immediatamente le manovre di rianimazione, praticando il massaggio cardiaco in attesa dei soccorsi. Poco dopo è intervenuto l’elisoccorso del Suem di Pieve di Cadore, il cui personale medico ha preso in carico le operazioni. Nonostante gli sforzi, non è stato possibile salvare l’escursionista. Il medico ha potuto soltanto constatare il decesso. Il corpo è stato affidato al Soccorso alpino di Livinallongo per le procedure di recupero e trasporto.

Poco dopo mezzogiorno, intorno alle 12.20, una donna di 53 anni residente a Vazzola (TV) è caduta lungo il sentiero nord dell’anello del Cansiglio, in località Bec, nei pressi del confine con Caneva. L’escursionista si trovava in compagnia del marito quando ha perso l’equilibrio, riportando un trauma alla spalla e al polso. Il Soccorso alpino dell’Alpago è intervenuto sul posto e ha accompagnato la donna fino al punto d’incontro con l’ambulanza, che l’ha successivamente trasportata all’ospedale di Belluno.

Nella stessa giornata, la Centrale del 118 è stata contattata anche da due escursionisti stranieri che si trovavano lungo il sentiero per il Monte Casale, in Val Travenanzes. Una delle due persone aveva riportato un infortunio alla caviglia, ma una volta giunti sul posto con l’elicottero, i soccorritori si sono visti rifiutare l’intervento, decidendo di proseguire in autonomia.

Nel primo pomeriggio, l’elicottero del Suem di Treviso è intervenuto nella zona del Col Bel, a Rivamonte Agordino, per soccorrere una coppia di escursionisti con il proprio cane. I due, entrambi 61enni e residenti a Firenze, avevano raggiunto la zona partendo da Forcella Franche. Durante la discesa hanno però abbandonato il sentiero principale per un percorso alternativo, trovandosi presto bloccati su un ripido ghiaione. Spaventati e provati dal caldo, si sono fermati senza riuscire a proseguire. Dopo averli individuati dall’alto, il tecnico del soccorso è stato calato con il verricello e li ha raggiunti. La donna è stata la prima a essere imbarcata, mentre nella seconda verricellata sono stati recuperati l’uomo e il cane, al quale erano stati messi imbrago e museruola. La coppia è stata poi lasciata a valle, nelle vicinanze della propria auto.

Nel tardo pomeriggio è stato segnalato un parapendio precipitato poco sotto la zona di decollo del Rifugio Dolada, in Alpago. Il pilota, un uomo di 52 anni di nazionalità tedesca, è stato rintracciato al limitare del bosco, circa 25 metri più in basso rispetto al punto di partenza. Il tecnico di elisoccorso ha attrezzato una sosta per consentire all’equipe medica di raggiungere l’infortunato, mentre sopraggiungeva una squadra del Soccorso alpino dell’Alpago in supporto. L’uomo, che presentava un possibile politrauma, è stato stabilizzato, issato con barella fino alla piazzola e trasportato all’ospedale di Belluno.

Nel frattempo, una squadra del Soccorso alpino di Livinallongo è intervenuta per prestare aiuto a un 76enne di Trieste, che si era fermato esausto lungo un sentiero nei pressi di Porta Vescovo. L’uomo si trovava con la moglie e non aveva subito traumi: è stato riaccompagnato alla propria auto, da dove si è poi partito autonomamente.

In serata, poco prima delle 19, un altro intervento ha richiesto l’intervento dell’elisoccorso del Suem di Pieve di Cadore, a Cortina d’Ampezzo. La Centrale del 118 era stata allertata da un giovane straniero di 23 anni, caduto lungo il sentiero 212, utilizzato per il rientro dalla Ferrata Sci Club 18. Dopo la chiamata, però, il ragazzo non ha più risposto. Una volta raggiunta l’area indicata, il tecnico di elisoccorso e l’equipe medica sono stati calati con un verricello di 30 metri. Il giovane, che non indossava un kit da ferrata e mostrava segni evidenti di malessere, è stato imbarcato e trasportato all’ospedale di Belluno per accertamenti. Non sono ancora note le circostanze dell’incidente.

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