Il Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto lancia un appello alla prudenza per tutti coloro che nei prossimi giorni intendono frequentare la montagna. L’allerta riguarda in particolare le quote più elevate, dove si prevede un deciso abbassamento delle temperature accompagnato da intense perturbazioni. Secondo le previsioni, la neve potrebbe cadere intorno ai 2.900-3.000 metri, rendendo più difficili le condizioni per escursionisti e alpinisti.
Il calo termico, oltre a portare neve, potrebbe favorire la formazione di verglass, una sottile patina di ghiaccio invisibile che si deposita sulla roccia. Si tratta di un fenomeno particolarmente insidioso, capace di compromettere la sicurezza sia sui sentieri che sulle pareti. «Consigliamo di prestare la massima attenzione – avvertono i tecnici del Soccorso Alpino – specie a chi si trova impegnato in lunghi trekking in quota, sprovvisto di ramponi e dell’attrezzatura necessaria per l’alta montagna». Le condizioni invernali che possono presentarsi anche in piena estate, spiegano, non risparmiano nessuno: neppure le squadre di soccorso, che talvolta si trovano a operare in ambienti particolarmente ostili.
Negli ultimi giorni, numerosi interventi sono stati richiesti a causa di persone sorprese da piogge e maltempo. Il Soccorso Alpino sottolinea che i temporali non vanno sottovalutati: oltre ai fulmini, vi sono molti altri rischi legati alle condizioni meteorologiche instabili. Le superfici, bagnandosi, diventano molto più scivolose: dall’erba alta dei prati alpini al sottobosco coperto di foglie, fino alla roccia e al fango dei sentieri.
Le frane e gli smottamenti, inoltre, possono modificare i tracciati, ostacolare il passaggio o rendere impraticabili interi tratti di percorso. Anche piccoli corsi d’acqua, all’apparenza innocui, possono gonfiarsi rapidamente per effetto delle piogge, rendendo impossibile il guado. Sulle pareti rocciose non sono rari i fenomeni di cascate improvvise che, oltre a bloccare la progressione, causano la caduta di materiale dall’alto.
Neppure i ghiaioni sono al sicuro: segnalazioni e punti di riferimento, come gli ometti, possono essere spostati o nascosti dal materiale di scorrimento. Infine, è frequente l’improvvisa formazione di nebbie, che riduce la visibilità e disorienta, soprattutto a chi non conosce bene l’ambiente.
Un altro aspetto critico è la permanenza prolungata sotto la pioggia: l’acqua può penetrare anche attraverso le protezioni impermeabili, portando al rischio di ipotermia per chi rimane a lungo bagnato e al freddo.
In sintesi, il Soccorso Alpino invita a pianificare con attenzione le escursioni, a verificare le condizioni meteo e a non sottovalutare l’attrezzatura necessaria. «La montagna non perdona la leggerezza – ricordano – e un’uscita sottovalutata può trasformarsi in una situazione di pericolo».
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