L’Associazione Comelico Nuovo di Francesco De Bettin ha deciso di far parlare i numeri: lo studio commissionato, tra gli altri, all’autorevole Cgia di Mestre dà ragione a chi vorrebbe la fusione dei cinque Comuni della valle tra l’Aiarnola e il Peralba. Nascerebbe uno dei Comuni più vasti della provincia, per territorio, con un peso importante anche per numero di cittadini. Ma l’esito più significativo della fusione, dicono i sostenitori, sarebbe la possibilità di avviare politiche unitarie efficaci.
Lo studio è a disposizione di chiunque voglia analizzarlo. «I dati», spiega De Bettin, «evidenziano come l’attuale frammentazione amministrativa costituisca un ostacolo strutturale alla capacità di erogare servizi essenziali e di attrarre le risorse necessarie per una strategia di rigenerazione». La fusione dei cinque Comuni appare non solo opportuna, ma inevitabile quale primo passo necessario per garantire la sopravvivenza del territorio e il perseguimento delle pari opportunità per i cittadini.
Ma dei cinque attuali sindaci comeliani, soltanto quello di Santo Stefano guarda con favore al processo. D’altra parte, afferma Alfredo Comis, «l’analisi degli uffici e dei servizi dei Comuni e dell’Unione montana evidenzia allo stato attuale una grande frammentazione e fragilità».
Il territorio del Comelico offre un’immagine complessiva ancora ricca di opportunità, anche se sono evidenti i segni di declino: c’è da lavorare.
Sul numero 31 dell’Amico del Popolo “di carta” del 31 luglio 2025, in distribuzione questa settimana (su abbonamento, in edizione digitale e in edicola), puoi leggere l’approfondimento sul Comelico curato da Yvonne Toscani, tra elementi critici e opportunità, con interviste e fotografie.
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2 commenti
Giuseppe
Si è sempre detto che l’unione fa la forza. In realtà tanti cittadini dei comuni che in provincia han fatto questa scelta si lamentano perché i servizi sono diminuiti, gli uffici comunali sono stati accorpati in una sede municipale e quindi, rispetto a prima, sono aumentate le distanze e bisogna far più chilometri per raggiungerli.
Robi
Lo studio è molto chiaro ed esaustivo. Sono almeno 15 anni che, personalmente, sostengo l’unione dei municipi comeliani per poter sperare di essere ancora artefici del nostro destino.Vivendo e lavorando in valle, interagendo con le istituzioni locali, mio malgrado, sono giunto all’amara conclusione che, nell’indifferenza generale, la partita sia ormai persa. Non ha alcun senso cercare i colpevoli…ognuno troverà, come spesso succede, una scusante attribuibile al fato sempre avverso ai poveri comeliani.