Dopo l’esordio a Borca di Cadore, lo scorso giugno, il progetto Xilogenesi prosegue il suo percorso con una nuova tappa espositiva. Da venerdì 8 agosto, a Perarolo di Cadore, la serra del giardino di Palazzo Lazzaris ospiterà la seconda delle tre mostre previste tra il 2025 e il 2026. Un’occasione per avvicinarsi alla Xiloteca ottocentesca di Eugenio Trevisan attraverso l’arte contemporanea, la ricerca scientifica e la valorizzazione del patrimonio culturale.
Il progetto, ideato da Dolomiti Contemporanee in collaborazione con il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (Tesaf) dell’Università di Padova, il Centro Studi per l’Ambiente Alpino Lucio Susmel di San Vito di Cadore e il Centro di Ateneo per i Musei (CAM), nasce con l’obiettivo di dare nuova vita a una collezione unica nel suo genere: un insieme di piccoli libri lignei realizzati nella seconda metà del XIX secolo, ognuno dedicato a una specie forestale.
La mostra di Perarolo sarà visitabile fino al 31 agosto, dal venerdì alla domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. L’inaugurazione è in programma per l’8 agosto alle ore 17.
Accanto alle opere di oltre quaranta artisti, selezionati da Dolomiti Contemporanee, saranno esposti materiali fotografici e documentali che raccontano la storia e le caratteristiche della Xiloteca. Gli esemplari originali, per ragioni di conservazione, restano invece custoditi al Centro Studi per l’Ambiente Alpino, dove è possibile prenotare visite su richiesta.
Un archivio ligneo unico
La Xiloteca di Trevisan è composta da piccoli volumi (19×12,5×3,5 cm), realizzati in legno e completati con grande perizia. La costa è ricavata dalla corteccia dell’albero e riporta il nome latino e quello scientifico della specie. All’interno, ogni libro contiene frammenti della pianta: semi, segatura, carbone, fiore, radice, un rametto e un blocchetto di legno. «Nel foglio vi è la descrizione delle caratteristiche della specie, per esempio l’abete bianco, albero sempreverde di legno di qualità», racconta Tommaso Anfodillo, docente del Tesaf. Su cento esemplari originari, ne restano oggi cinquantasei.
Il programma Xilogenesi, avviato nel 2022 grazie al Bando Borghi del Ministero della Cultura e al progetto “Rigenerazione a base culturale con Dolomiti Contemporanee”, ha permesso il restauro conservativo dei volumi superstiti. I lavori, affidati alla restauratrice Stefania Sartori, si sono conclusi a maggio 2025.
L’arte come ponte tra passato e futuro
Il titolo “Xilogenesi” – che rimanda alla generazione del legno – riflette l’intenzione di far dialogare patrimonio storico e creatività contemporanea. Oltre al restauro, infatti, il progetto prevede una reinterpretazione della collezione tramite opere d’arte ispirate alla struttura dei libri lignei. Tre installazioni firmate da David Casini, Kristian Sturi e Giuseppe Vigolo sono state presentate nella prima mostra. A queste si aggiunge un lavoro collettivo: una raccolta di quarantaquattro disegni, ciascuno dedicato a una diversa specie forestale, realizzati da altrettanti artisti e raccolti in una custodia lignea progettata da Italo Pradella insieme agli studenti del Liceo Artistico di Cortina d’Ampezzo.
Tra gli artisti coinvolti nel progetto figurano, tra gli altri, Ariele Bacchetti, Elena De Angeli, Riccardo Lodi, Francesca Pieropan, Marco Mastropieri, Alan Silvestri, Giacomo Silva, Tommaso Viccaro e Rebecca Zen.
Perarolo, paese del legno
La scelta di Perarolo come sede della seconda tappa non è casuale. Il paese, storicamente legato alla lavorazione e al commercio del legno, ospitava in passato numerose segherie e fucine. Il legname proveniente dai boschi cadorini veniva raccolto e fluitato lungo il torrente Boite verso Venezia. Tracce di questa storia sono oggi custodite nel Museo del Cidolo e del Legname, situato a pochi passi da Palazzo Lazzaris.
Durante l’opening dell’8 agosto, Prometheus Open Food Lab proporrà un menu ispirato alle specie arboree, risultato di una ricerca condotta da Lorenzo Barbasetti di Prun con Ludovica Menardi.
Verso Padova e oltre
La terza e ultima mostra del ciclo si terrà a partire da settembre presso il Museo Botanico dell’Orto Botanico di Padova, concludendo così un percorso che unisce scienza, arte e territorio. Xilogenesi si configura come un progetto in continua espansione, fondato su un approccio aperto e multidisciplinare che valorizza il patrimonio culturale, stimola la partecipazione e favorisce la connessione tra istituzioni, artisti e comunità locali.
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