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lunedì 15 Dicembre 2025,

In India un villaggio per i Dalit in ricordo di don Giovanni Unterberger

A quattro anni dalla scomparsa dell'amato sacerdote, insegnante e guida spirituale sta per essere ultimato in India un villaggio di dieci casette realizzato in sua memoria

A quattro anni dalla scomparsa di don Giovanni Unterberger, sacerdote, insegnante e guida spirituale molto conosciuto e amato nel nostro territorio, sta per essere ultimato in India un villaggio di dieci casette realizzato in sua memoria. “Nel cuore di chi come noi lo ha incontrato e conosciuto rimane una presenza viva, che incoraggia a rispondere ai bisogni spirituali e materiali di tutti i fratelli, al servizio dei quali egli ha speso la vita” dicono gli amici che, insieme ai familiari, hanno voluto ricordarlo proprio con il progetto “Un villaggio per don Giovanni”. Il progetto è proposto e seguito nella sua realizzazione da “Insieme si può…” in collaborazione con don Samy, missionario indiano che da diversi anni collabora con l’associazione. Proprio con lui, nel settembre 2024 “Insieme si può…” ha iniziato a realizzare 10 case nel distretto di Ariyalur, nel sud dell’India.

Qui la maggior parte della popolazione è costituita da Dalit, persone che svolgono lavori molto duri, principalmente braccianti agricoli, colpiti da molti pregiudizi in quanto esterni allo schema delle caste tradizionali: essi vivono in capanne di paglia, foglie di cocco, fango e lamiera, che nel periodo delle piogge diventano ancora più precarie. Per questo il progetto si è concentrato sulla costruzione di abitazioni solide e sicure, fatte di mattoni e cemento.

“Ad oggi”, spiega don Samy, “è stata completata la costruzione degli edifici. Abbiamo fatto 5 blocchi di due case ciascuno e messo l’intonaco interno. Attualmente stiamo finendo l’intonaco esterno e poi mancheranno gli ultimi passi: posizionare le tubature idrauliche, le
piastrelle e l’impianto elettrico. Alla fine completeremo con la tinteggiatura delle pareti e il posizionamento dei mobili. Dobbiamo ancora acquistare i materiali per gli interni e tutte le cose necessarie in ogni casa, dalle caldaie agli arredi più basilari”.

“Le famiglie povere”, aggiunge, “stanno davvero aspettando di poter entrare nelle loro case: noi e loro ringraziamo quindi di cuore fin
da ora chi ci vorrà dare una mano: manca davvero poco per dare una nuova vita a queste persone, che finora hanno conosciuto solo sofferenza ed emarginazione”.

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