Diciamo che ho ricordi belli non di una sola estate, ma di più estati. Era quando andavamo sempre in vacanza insieme, con tutta la mia famiglia, con mia madre Adriana, mio padre Angelo e le mie due sorelle Katia e Sara.

Era iniziata la moda dei villaggi, i villaggi Valtur, quelle cose lì, e noi ci andavamo: in Puglia, in Calabria, quando eravamo più piccoli andavamo anche sulla Riviera Adriatica, prima facevamo campeggio. Nei villaggi ho il ricordo preciso di quando, da piccolo, mi trovavo davanti… quei buffet, che erano enormi!

(…) Ricordo che mia mamma mi diceva sempre: «Ma Kristian, mangia anche qualcos’altro, mangia un po’ di pesce, un po’ di carne, ci sono tante cose buone che puoi mangiarti, al buffet. Non puoi mangiare sempre, tutti i giorni, mezzogiorno e sera, anguria e patatine fritte, anguria e patatine fritte!». A quel tempo potevo avere 10-12 anni, 13 forse, perché poi mia madre è morta quando ne avevo 15, erano quegli anni là.
(…) Nuotavo, anche. Ma c’era una cosa in particolare che mi piaceva fare: i tuffi. E infatti quando arrivavamo in un villaggio nuovo speravo sempre che ci fossero i trampolini e soprattutto le piattaforme, per potermi buttare giù.
Kristian Ghedina
Sul numero 32 dell’Amico del Popolo “di carta” del 7 agosto 2025, in distribuzione questa settimana (su abbonamento, in edizione digitale e in edicola), puoi leggere l’articolo scritto da Kristian Ghedina per la nostra rubrica «La mia estate più bella». Il campione ampezzano dello sci racconta le estati trascorse da bambino, in vacanza con la famiglia, e ci mostra queste e altre foto dell’album dei ricordi.
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