Gli infortuni nel comparto edile della provincia di Belluno sono diminuiti del 16,3% tra il 2021 e il 2023, passando da 215 a 180 casi. È quanto emerge da un’elaborazione di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Belluno su dati Inail, che evidenzia un andamento in controtendenza rispetto alla sostanziale stabilità registrata a livello regionale (+0,9%).
Il dato, secondo l’associazione, riflette l’efficacia di un sistema di prevenzione consolidato, sostenuto sia dall’impegno delle imprese, in particolare quelle associate, sia dal ruolo del Centro per la Formazione e Sicurezza (Cfs) di Sedico.
Il calo triennale non esclude oscillazioni: tra il 2022 e il 2023 gli infortuni sono passati da 172 a 180 (+6,3%), incremento che Ance collega all’aumento della forza lavoro, salito da circa 3.800 addetti nel 2021/22 a oltre 4.800 nel 2023/24, in parte per effetto degli interventi legati al Pnrr e alle opere per i Giochi olimpici.
«L’aumento di lavoratori e ore lavorate comporta una maggiore esposizione al rischio. L’obiettivo resta contenere il tasso di incidenza individuale», commenta Paolo De Cian, presidente di Ance Belluno, ricordando che con 180 casi la provincia rappresenta il 5% del totale infortunistico veneto. Sul fronte della prevenzione, il Cfs di Sedico – ente bilaterale gestito da parti datoriali e sindacali – ha erogato nel biennio 2023/24 oltre 2.800 ore di formazione, il 14,5% in più rispetto al 2021/22.
Per Ance Belluno, la sfida è mantenere nel tempo il trend positivo, nonostante le scadenze del Pnrr e la carenza di manodopera qualificata. «Solo investendo sul capitale umano e sulla cultura della prevenzione – conclude De Cian – sarà possibile garantire sostenibilità e competitività all’intero settore».
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