Torna il Bio Film Festival, giunto alla sua terza edizione. Da giovedì 28 a domenica 31 agosto l’iniziativa proporrà quattro giornate dedicate alla biodiversità, con proiezioni, laboratori, momenti di confronto e degustazioni di prodotti del territorio. Il tema scelto quest’anno è l’«acqua selvatica», filo conduttore delle attività organizzate dall’associazione N’Altra.
«È nato a Sospirolo, alle porte del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, ma l’idea è che diventi itinerante», spiega Lorenzo Cassol, vicepresidente dell’associazione. «Quest’anno saremo anche a Malga Van, l’anno scorso eravamo a Feltre: il festival è in continua evoluzione».
Il cuore dell’evento restano i film in concorso. Le opere saranno presentate venerdì a Valmorel, mentre la proiezione e la premiazione dei vincitori sono previste sabato sera a Sospirolo. Alcuni film particolarmente significativi verranno riproposti anche in altri appuntamenti annuali dell’associazione.
Accanto al cinema, spazio a iniziative pensate per avvicinare bambini, ragazzi e comunità locali. Tra queste, un laboratorio per i più piccoli, un dibattito sul ruolo delle malghe e una cena con i prodotti di Malga Van. «L’anno scorso, grazie a un finanziamento regionale, abbiamo messo insieme bambini e anziani per creare un orto condiviso a Sospirolo», ricorda Cassol. «Quest’anno quattro giovani hanno lavorato a un mulino sonoro che presenteremo al Festival».
Il pubblico, negli anni, ha dimostrato interesse e partecipazione. «Non è un festival convenzionale, c’è sempre un margine di imprevedibilità. Guardare un film distesi sull’erba sotto il cielo fa parte dell’atmosfera che vogliamo creare», osserva Cassol.
L’associazione N’Altra è composta da cinque soci fondatori: oltre a Cassol, ci sono Mirco d’Incà e Johannes Keintzel, ideatori del progetto Triticum Dolomiti sulle pratiche agricole innovative, Rachele Stentella, agronoma dell’alto Agordino impegnata nella ricerca su soluzioni al cambiamento climatico, e Michela Centeleghe, apicoltrice e creatrice di La casa di Maia, che unisce attività produttiva, fattoria didattica e museo sugli impollinatori. «La biodiversità e l’agroalimentare sono centrali per la nostra attività – conferma Cassol –. Per questo anche al Festival proponiamo uno spazio di cucina con prodotti locali, così da diffondere consapevolezza su ciò che il territorio può offrire e su un altro modo di coltivare».
Non mancano infine le iniziative legate alla storia e alla vita delle comunità locali. Domenica 31 agosto è prevista la salita a Gena Alta con partenza da Gena Bassa alle 9, lungo strada e sentiero, con soste e racconti sulla memoria del luogo. Nel pomeriggio saranno proiettati i cortometraggi Ci son le stelle in Canal del Mis, dedicato alla storia locale, e A new word di Andrea Stomeo e Laure Keirouz, insieme ad altre opere. Sarà anche l’occasione per inaugurare i nuovi pannelli informativi sulla storia del Canal del Mis e di Gena.
La giornata si chiuderà con musica dal vivo e momenti di ballo. In caso di maltempo gli eventi saranno annullati, ma l’organizzazione invita a portare una coperta per sedersi sul prato. Per chi volesse pranzare a Gena Alta sarà disponibile un menù con piatti tipici, tra cui polenta medioevale, formaggio fritto, minestra an de la fam e capus sofegadi.


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