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venerdì 5 Dicembre 2025,

Il fondista Fauner: «A dieci anni con le mucche mi sentivo il re del pascolo»

Di Silvio Fauner. Nella foto, da bambino sui pascoli di Sappada

Non ho un’estate più bella in particolare, ma tante estati più belle che risalgono a molti anni fa, quando ero un ragazzino. Era la fine degli anni Settanta e, terminata la scuola, io, figlio di contadini, avevo il compito di governare le mucche che non venivano portate in alpeggio a giugno. Quindi, bisognava portarle al pascolo nei boschi di Sappada, un luogo dove la natura e la libertà era il nostro unico compagno di viaggio.

Ero uno di tre amici, quasi tutti della stessa età, con il compito di portare le proprie mucche al pascolo. La giornata iniziava alle 8 del mattino, con il sole che sorgeva lentamente dietro le montagne, e terminava alle 5 del pomeriggio, quando il sole cominciava a tramontare dietro gli alberi. Il pranzo al sacco era il nostro pasto principale della giornata, e noi lo aspettavamo con ansia, seduti all’ombra degli alberi, con la vista panoramica sulla vallata.

Noi di Borgata Hoffe avevamo a disposizione i boschi alle pendici del Monte Siera, un tratto di bosco che oggi si trova tra la strada che porta al Passo Siera e la pista Pian dei Nidi. Questi boschi erano stati tramandati dai nostri padri e nonni, che molti anni prima di noi gestivano nelle parte estiva non 5/6 mucche come noi ragazzini, ma mandrie da 50/60 mucche. Era un luogo sacro per noi, dove la tradizione e la storia si intrecciavano con la natura.

Silvio Fauner da bambino, sui prati fioriti di Sappada.

(…)
C’erano poi le volte che si sconfinava nelle zone dei nostri vicini di borgata che pascolavano vicino a noi. Quello era un momento di confronto su chi aveva gli esemplari più belli e più forti. Succedeva spesso che mucche che non si conoscevano si affrontavano tra di loro scornandosi, e quella più debole si ritirava sempre dallo scontro. Io spesso avevo mucche che questi scontri li vincevano, e per me allora ragazzino di 10/12 anni era un motivo di vanto. Mi sentivo il re del pascolo, e non vedevo l’ora di rientrare a casa per raccontare ai miei genitori delle mie imprese.

(…)
Quelle estati sono state il fondamento della mia vita, e ancora oggi, quando posso, cerco di riviverle, anche se solo per un giorno. Perché, la memoria è la sola cosa che non si può e non si deve perdere. E io, di quelle estati, ho una memoria vivida e felice. (…)
Silvio Fauner

Silvio Fauner oggi.

Sul numero 34 dell’Amico del Popolo “di carta” del 28 agosto 2025, in distribuzione questa settimana (su abbonamentoin edizione digitale e in edicola), puoi leggere l’articolo scritto da Silvio Fauner per la nostra rubrica «La mia estate più bella». Il campione dello sci nordico racconta le estati trascorse da bambino.

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