Il vivaio del Belluno Volley riparte con nuove energie e nuove figure tecniche, puntando a una crescita continua e costante. Alla Vhv Arena di Lambioi ha preso il via l’attività e il responsabile Paolo Bristot comunica soddisfazione: «Abbiamo inserito dei tecnici come Giorgio De Salvador, che seguirà la Serie D, e Stefano Bridda, alla guida dell’Under 17, affiancato da Andrea Massenz. In linea generale, lo scopo è quello di dare una forma chiara alle varie squadre con tecnici selezionati. Inoltre, i ragazzi avranno la possibilità, dopo due anni, di cambiare allenatore: un aspetto che considero fondamentale per la loro evoluzione pallavolistica».
«Iniziamo a essere una società appetibile e destinata a catturare l’interesse di prospetti di rilievo. A questo proposito», evidenzia Bristot, «Padova ha mandato in prestito due atleti del 2006, il centrale Filippo Bortoletto e l’opposto Leonardo Michielon, mentre Treviso ci ha affidato il libero Giovanni Tosatto, sempre classe 2006».
Oltre a guidare la compagine di Serie D, De Salvador ricoprirà il ruolo di coordinatore tecnico. Il rapporto con la prima squadra è stretto: «Lo stesso coach Marco Marzola, già l’anno scorso, ha seguito numerosi allenamenti delle giovanili, dando indicazioni preziose e individuando i profili più interessanti. Sarebbe bello che, ogni tanto, qualche atleta della Serie A3 svolgesse una seduta con i nostri ragazzi: rappresenterebbe un grande stimolo».
Il Belluno Volley ha anche costruito una struttura organizzativa più solida: «Abbiamo messo in piedi un’organizzazione accurata, con figure disponibili e preparate. Come Stefano Urago, il mio “braccio destro”», spiega Bristot. «Sono sicuro che i risultati non tarderanno ad arrivare. Il nostro obiettivo, nell’arco di due o tre anni, è avere almeno un paio di ragazzi che possano giocare ad alto livello».
Ma anche sul volley pesa la perifericità di Belluno: «Quando i ragazzi arrivano all’età giusta e sono pronti a compiere il definitivo salto, spesso si trasferiscono fuori provincia per motivi di studio universitario. È un limite logistico del Bellunese, e lo è sempre stato, anche se qualcosa sta cambiando: in generale, serve la voglia di fare sacrifici».
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