A Villa Miari Fulcis di Modolo si è svolta venerdì 5 settembre 2025 la celebrazione degli 80 anni di Confagricoltura Belluno, alla presenza di oltre un centinaio di agricoltori della provincia, rappresentanti istituzionali ed esponenti del mondo agricolo.
Il presidente provinciale Diego Donazzolo ha aperto l’incontro ricordando le tappe fondamentali di un percorso iniziato nel dopoguerra e giunto oggi a confrontarsi con globalizzazione e digitalizzazione. «Ottant’anni sono un traguardo che va ricordato come simbolo di resilienza e passione – ha dichiarato –. Agricoltura di precisione ed energia verde sono già realtà in molte aziende associate, esempi concreti di una trasformazione che rende l’agricoltura bellunese più competitiva e sostenibile».
Donazzolo ha poi rivolto un messaggio ai giovani agricoltori, consegnato idealmente a Giulia Frigimelica, presidente provinciale dei Giovani di Confagricoltura: «Fare agricoltura in montagna significa affrontare mille ostacoli, dalle carenze infrastrutturali all’isolamento sociale, fino alla presenza della fauna selvatica. Ma il ruolo dei giovani è cruciale: se loro continueranno a coltivare la montagna non morirà».
L’assessore regionale all’Agricoltura Federico Caner ha posto l’accento sulle criticità, come la gestione dei grandi carnivori, ma anche sulle prospettive offerte dal cambiamento climatico: «Può diventare alleato della montagna. Alcune zone, un tempo non vocate all’agricoltura, lo sono già e lo saranno ancora di più in futuro. Pensiamo ai vigneti, ma anche al fagiolo di Lamon, al miele dolomitico, al latte e all’agnello dell’Alpago». Caner ha ricordato inoltre i nuovi bandi per insediamenti giovanili e aziende casearie, insieme a interventi sulle malghe per migliorarne efficienza e condizioni igienico-sanitarie.
Il senatore Luca De Carlo, presidente della commissione Agricoltura, ha parlato delle potenzialità del settore primario bellunese: «In Parlamento abbiamo stanziato risorse per i custodi dell’ambiente. Questa provincia rappresenta un’eccellenza anche per il biologico e per progetti sulla biodiversità, come quello sui semi antichi che sarà presentato nell’Agordino».
In chiusura è intervenuto il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che ha sottolineato come l’agricoltura di montagna sia «un esempio per tutti di cosa significhi essere agricoltori, principali attori del mantenimento del territorio e anche dell’agricoltura sociale». Ha tuttavia richiamato l’attenzione sulle difficoltà dovute a malattie animali e fitopatie, oltre che alla riduzione degli strumenti disponibili: «Peccato che l’Unione Europea, sempre più simile a un condominio dove ogni Stato cura solo i propri interessi, tolga principi attivi essenziali lasciando gli agricoltori disarmati di fronte al mercato globale».
La mattinata è stata arricchita dalla lettura dell’attrice Debora Caprioglio, che ha proposto testi poetici dedicati all’agricoltura, e dagli interventi del giornalista e scrittore Edoardo Comiotto, del sociologo Diego Cason, dell’avvocato Livio Viel e dell’insegnante Serena Turrin, che hanno offerto spunti storici e riflessioni sulle prospettive future del territorio.
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