Aprirà venerdì 12 settembre alle 18, a Palazzo delle Contesse di Mel (Borgo Valbelluna), la mostra fotografica There’s no calm after the storm di Matteo de Mayda. L’esposizione, visitabile fino al 12 ottobre nei fine settimana (sabato e domenica, ore 10-12 e 15-18), nasce dalla collaborazione con i dipartimenti Tesaf e Dafne dell’Università di Padova e con il giornalista Cosimo Bizzarri.
Il progetto affronta le conseguenze a lungo termine della tempesta Vaia, che nell’ottobre 2018 colpì l’Italia nord-orientale con venti fino a 200 chilometri orari, abbattendo circa 14 milioni di alberi. Alle piogge incessanti seguirono frane e alluvioni che misero in ginocchio intere comunità del Trentino, del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. A oltre sette anni di distanza, i segni sono ancora evidenti: versanti spogli, boschi colpiti dal bostrico dell’abete rosso, fragilità idrogeologica accresciuta. I danni economici complessivi sono stati stimati in circa tre miliardi di euro.
«Le tempeste hanno sempre fatto parte della storia delle foreste», ricordano i curatori, «ma il riscaldamento globale ne sta amplificando l’intensità e la frequenza». La mostra combina fotografia, ricerca scientifica e materiali d’archivio per raccontare l’impatto di Vaia e stimolare una riflessione sul rapporto tra cambiamenti climatici e azione umana.
There’s no calm after the storm ha già ottenuto riconoscimenti importanti: nel 2021 il progetto ha vinto la borsa di studio dell’Italian Sustainability Photo Award ed è stato presentato in diverse rassegne, tra cui Gibellina Photo Road Festival e Fotografia Europea. È diventato anche un libro, pubblicato da studio bruno, vincitore del premio Gabriele Basilico e oggi utilizzato in attività educative nelle scuole delle aree più colpite da eventi meteorologici estremi.
Nato a Treviso nel 1984 e residente da alcuni anni a Venezia, Matteo de Mayda concentra la sua ricerca visiva su temi sociali e ambientali. Ha esposto, tra gli altri, alle Nazioni Unite di Ginevra, alla Biennale di Venezia, al MUFOCO di Milano, alla Triennale di Milano e al Design Museum di Londra. Nel 2019 ha pubblicato Era Mare, dedicato al fenomeno dell’acqua alta a Venezia, e nel 2022 ha vinto il British Journal of Photography International Award. Le sue immagini sono apparse su testate italiane e internazionali, tra cui The New York Times, Financial Times Magazine, Internazionale, Die Zeit e Vogue.
«Abbiamo fortemente voluto questa mostra a Borgo Valbelluna», sottolineano gli organizzatori, «perché ci spinge, attraverso la fotografia, a riflettere sul cambiamento climatico, sulla fragilità degli ecosistemi e sulla necessità di una maggiore attenzione al nostro pianeta».
L’iniziativa è promossa con il supporto dell’associazione ArtDolomites e Oltre le Vette.
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/
