Quando si dice l’importanza della testata, il nome del giornale. Nel senso delle parole che la compongono. Su “L’Amico del Popolo” avevamo già detto tutto al passaggio di direzione. Una settimana fa abbiamo modificato lievemente il logo, evidenziando graficamente il sottotitolo che recita: “Il giornale delle Dolomiti bellunesi”. Un piccolo cambiamento, che a qualcuno magari sarà sfuggito, ma che ha un senso preciso e contiene una visione delle cose e la conferma di un impegno editoriale nei confronti di voi lettori.
Vuole, anzitutto, ricordare fin dal suo primo elemento di riconoscibilità, che siamo la voce di questo territorio che sono le Dolomiti. E, più precisamente, le Dolomiti che sono in provincia di Belluno, cioè la maggior parte di quell’area che ha il privilegio di essere terra di Dolomia, Patrimonio dell’umanità, montagna toccata dalla grande bellezza, ma al contempo sistema frangibile più d’un cristallo, delicatissimo, e circondato da montagne a “statuto speciale”. Paesaggio naturale, ma anche culturale, roccia e villaggio, torrente e ponte. Perciò la specificazione “bellunesi” non è una diminutio geografica, un ritaglio di un intero, ma la somma di due denominazioni che insieme costituiscono un’identità sola, come lo sono il nome e il cognome per una persona.
Da questo “marchio di qualità” scaturisce l’impegno di voler raccontare con sempre maggior fedeltà queste valli e le genti che vi abitano: dare voce alle Dolomiti bellunesi significa sostare là dove sorgono le comunità, con tutte le loro risorse vitali e capacità di restare, ma anche le criticità tipiche delle “aree interne” che si chiamano spopolamento, difficoltà di trasporti, denatalità, incapacità di fare rete come in pianura, overtourism. È, se vogliamo, anche un modo per ammonire chi ha “venduto” e continua a “vendere” queste Dolomiti, fuori dei propri confini, come fossero terra propria. Un avviso ai piccoli ladri d’identità.
Fino al 2022 l’Amico aveva un altro sottotitolo: “Giornale di informazione generale della provincia di Belluno”; forse un po’ troppo lungo e istituzionale, ma utile per evidenziare la scelta del settimanale diocesano nato per essere testata “civile” che vuole raccontare a tutto tondo la realtà bellunese in ogni suo ambito, non solo la vita della comunità cristiana che in esso vive e opera. E ci crediamo, se possibile, ancor più di ieri. Non sono solo dettagli. Come, per ultimo, l’aver premesso l’articolo “il” a “giornale”, per dire con orgoglio che si rivendica una storia ultra-secolare e un radicamento in ogni valle e contrada che non ha paragoni. Da qui l’impegno a essere ancor più presenti in edicola come sul digitale.
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3 commenti
Luigi Franco Piacentini
Ottimo editoriale ! Condivisibile totalmente !
Buona giornata ! Saluti cordiali da Franco Piacentini
Cleber
Ottimo!
Giuseppino Dai Pra '
Ottimo articolo, chissà che riescano a leggerlo gli amici delle province autonome