L’inflazione a Belluno continua a correre, sia rispetto al resto del Veneto sia rispetto alla media nazionale. Le associazioni dei consumatori suonano il campanello d’allarme. Due le fonti Istat sotto i riflettori, entrambe fresche di pubblicazione: la spesa media mensile delle famiglie con numeri che fanno riflettere e l’andamento dei prezzi al consumo in netta crescita.
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Pur con diverse asimmetrie, non c’è dubbio che il potere d’acquisto, in particolare nelle fasce di popolazione a reddito fisso, si è ridotto. Eloquente quanto l’Istat scrive a tale proposito: «Nel 2024 circa un terzo delle famiglie dichiara di aver limitato in quantità e/o qualità, rispetto all’anno prima, la spesa per cibo (31,1 per cento) e per bevande (35,3 per cento)» (le due voci, cibo e bevande, formano l’aggregato dei prodotti alimentari), mentre il 16,8 per cento delle famiglie ha «limitato la spesa» per visite mediche e accertamenti sanitari periodici.
Fra carrello della spesa e bolletta energetica, in questo momento è la spesa alimentare la variabile che più incide sulle abitudini di consumo delle famiglie. A Belluno a settembre l’asticella ha raggiunto quota 3,4 per cento sull’anno precedente.
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Maurizio Busatta
Sul numero 42 dell’Amico del Popolo “di carta” del 23 ottobre, in distribuzione questa settimana (su abbonamento, in edizione digitale e in edicola), puoi leggere per intero l’articolo di Maurizio Busatta dedicato al caro spesa in provincia di Belluno.
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1 commento
Giuseppe
È una vita che nel bellunese costa tutto di più: i commercianti alzano i prezzi per approfittare del turismo, poi ci vanno di mezzo tutti. Per trovare qualche offerta da Pieve di Cadore si preferisce andare al nuovo discount che nel supermercato paesano.