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domenica 14 Dicembre 2025,

Quando «Andràc» aveva la fabbrica di materassi

Di Giorgio Fontanive. Andràz (Andràc in Fodóm) qui negli anni ’80 dell’Ottocento, prima della costruzione della Dolomitenstrasse.

Andràz (Andràc per Fodóm) – e non Àndraz come qualcuno storpia – a quota 1414 m, è un piccolo centro nella valle dell’omonimo rio, affluente di sinistra del Cordévole in Comune di Livinallongo; in verità il corso superiore del torrente a monte di Cernadói è identificato come Ru de Ciastél per essere colà il Castello di Buchenstein / Schlöss Buchenstein, caposaldo della penetrazione tirolese verso sud. La copiosità delle acque ha indotto fin dalla prima colonizzazione l’utilizzo della sua forza motrice per mulini e altre manifatture che ne facevano un aggregato autonomo e attivissimo più di ogni Vicinìa (frazione) del territorio – maggiore anche di Arabba – in una posizione strategica.

La catena energetica del Rio Andràz, utilizzata fin dalla prima colonizzazione per mulini e opifici.

La strada e i mulini con molti opifici
Strategica per essere crocevia degli antichi collegamenti a Còl (Còlle S. Lucia), parte integrante del territorio ladino legato allo sfruttamento minerario, Ampezzo e Caprile di Cadore; al di là era l’Agordino “Soraciusa”, con le Regole di Calòneghe e Àlie.
In effetti la strada proveniente dalla Plié penetrava il paese come anche oggi, ma, dopo il ponte sul Rio Andràc v’era il bivio che portava verso Colàc e, con una ripida rampa a sinistra, sulla via d’Ampezzo per Cernadói, Ciastél, Fauzzàre/Fouzàrego; qui, sulla erta erano sorti gli opifici che macinavano i prodotti della terra e snellivano il lavoro degli abitanti.
Si dà il caso che ad Andràz (250 anime alla fine dell’Ottocento) esistessero anche una manifattura di cappelli, una tintoria, una fabbrica di materassi, oltre a falegnamerie, un fabbro e altri artigiani; non solo: anche una birreria Braurei era parte dell’offerta paesana promossa da Celestin Finazzer, pioniere dell’imprenditoria rivolta all’ospite con l’avvio della Gasthaus zur Alpenrose, eccellente punto di sosta dei primi turisti.
Qui trovò ristoro anche la britannica Amelia Edwards nel 1872 come racconta nei suoi vagabondaggi dolomitici, sulla strada di Caprile dove Giovanna Pezzè l’aspettava alla Corona d’Oro.
(…)

ANDRAZ – L’ingresso all’Edelweiss Trebo, ora proprietà di Margherita “Luigina” Casaril con servizio di bar e alimentari: un vero presidio d’incontro e di socialità non solo paesana.

Rimane l’Edelweiss con Luigina
Che dire di più del passato?
Che ad Andràz ha vissuto anche Caterina Lanz (1771-1854), eroina delle vicende napoleoniche: per questo è onorata da un monumento collocato in piazza a Pieve, simbolo della comunità ladina. Ma sarebbe opportuna una stele anche ad Andràz, com’era fino al 1915 quando dal paese scomparvero gran parte delle insegne pubbliche del nemico, considerando che è di Andràz anche l’attuale sindaco Oscar Nagler. In tempi più remoti è doveroso ricordare qui la carismatica figura di Bruno Trebo, fidato protagonista della vita sociale di Pieve di Livinallongo (vedi riquadro) e l’organizzazione del centro Edelweiss con bar, ristorante, bottega.
Un’attività che continua in parte anche oggi grazie a Margherita Casaril “Luigina”, tenacemente arroccata a questo caposaldo che è un presidio sociale del territorio: il suo locale è ciò che resta delle attività di uso pubblico per gli abitanti di questi anni, oggi in numero di circa una sessantina.
Voi che mi leggete, però, ricordatevi di svoltare, quando transitate per la Strada delle Dolomiti! Come già detto per Medavàl un paio di numeri fa, anche qui non si passa, ci si deve venire appositamente, abbandonando la S.S. n. 48: vi troverete un ambiente “congelato” negli anni ’60, con vari ricordi e l’efficienza di Luigina, attempata “ragazza” divisa tra il bancone degli alimentari e il bar. Se non ci fosse, tutto sarebbe più difficile, ché Andràz sarebbe privo dell’ultimo punto di sosta e di una porta aperta di uso pubblico se non quella della bella chiesa della S.S. Trinità, che il custode Valerio apre su richiesta per poter ammirare anche l’altare laterale dedicato al Redentore, traslocato dalla cappella dello Schlöss Buchenstein in età napoleonica.
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Giorgio Fontanive

Sul numero 42 dell’Amico del Popolo “di carta” del 23 ottobre, in distribuzione questa settimana (su abbonamento, in edizione digitale e in edicola), puoi leggere per intero l’articolo di Giorgio Fontanive per la rubrica «Luoghi non comuni»

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2 commenti

  • Luoghi meravigliosi ed incontaminati.
    Ho conosciuto la signora nel suo locale pochi anni addietro, bella esperienza che mi riprometto di ripetere.

  • Bene nella descrizione della frazione di Andraz dove sono andato a scuola, prima in lingua tedesca e poi tutte le 4 classi elementari in italiano, sempre a piedi, per la strada di Foram perché l’allora strada provinciale Caprile-Cernadoi durante l’inverno rimaneva chiusa per pericolo valanghe. Un altro appunto è che il sindaco Oscar e si nato ad Andraz, ma abita e risiede a Collaz, mia frazione di nascita. Cordiali saluti Giacomo Gabrielli di Cadoneghe.

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