Belluno °C

lunedì 15 Dicembre 2025,

L’alcol è una barca ormeggiata sull’erba

L'editoriale della psichiatra Lia Manzan sul numero 42 dell'Amico del Popolo datato 23 ottobre 2025

La settimana scorsa, evento per me inusuale, sono andata al cinema ben due volte: davano «Le città di pianura» e «Alcooltest», che mi attiravano dal punto di vista personale e soprattutto professionale. I protagonisti, in entrambe le pellicole, sono da un lato la striscia di terra che va da Belluno a Venezia passando per il Trevigiano, dove personalmente sono a casa, dall’altro l’alcol, accompagnatore pervasivo delle vicende raccontate, perché per moltissimi anni mi sono occupata di persone e famiglie con problemi alcol-correlati.

Le due pellicole hanno suscitato in me tanti pensieri e riflessioni, mi hanno riportato a molte storie, persone e famiglie, a tante sensibilità e qualità, a fallimenti e ricadute, a strade e atmosfere familiari. Ma una questione importante, alla fine, mi sembra spiccare sulle altre: questi due film rappresentano un’occasione di sdoganamento, offrono la possibilità di guardare e parlare – a seconda del punto di vista dell’osservatore – di un’abitudine, di un problema, di un fenomeno, di un vizio, di un disturbo o malattia collocandosi al di là della rimozione del problema o del giudizio morale, ma anche fuori dalle analisi sociologiche e dall’ambito clinico.

Ci mostrano, attraverso il linguaggio artistico, l’effetto e il “potere” sociale e culturale dell’alcol; possono accendere una riflessione su tratti, abitudini, rischi, stili di vita che, fuori dall’eccezionalità di alcuni personaggi, ci riguardano da vicino e hanno a che fare anche con il valore delle relazioni e con la saggezza o l’incoscienza che possiamo riconoscere nelle nostre comunità. Vi è il coraggio di rappresentare per riflettere, condividere, capire e modificare.

Ho spesso sperimentato come sia poco efficace usare la parola «alcol» in ambulatorio e soprattutto nella prevenzione. È come parlare di «cloruro di sodio»: si perde il sapido e il sapore, il significato simbolico, culturale e relazionale di cui la sostanza è portatrice. I due film, invece, ci fanno entrare nel mondo dissonante dell’«uso di alcol», proprio come quella barca a vela di Alcooltest, che dà rifugio ma non può andare da nessuna parte perché ormeggiata su un mare d’erba mal falciata. Storie “prototipo” ed estreme, che ci appassionano e ci fanno patire nel racconto di vicende semplici e disperate ma a loro modo grandiose, come spesso risuonano nelle nostre famiglie.

È molto significativo che sia lo sguardo della generazione più giovane ad animare i film: sa spingere o trainare verso il cambiamento, non senza fatica e dubbi, facendo leva sulla creatività, che è il modo di mettere insieme passato e futuro.

Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/

2 commenti

  • finche’ si aprono birrerie e pub vari chioschi vari e feste di ogni tipo cosa si puo’ pretendere? l’offerta e’ molto varia.

  • Sdoganare, riflettere, parlare,.. ma a quale scopo? Per condannarne l’uso o per assecondarlo? Per compiacerci che il mondo va cosi? Per piangere e consolare? Per rassegnarci all’indifferenza? Solo per il gusto di fotografare il territorio o anche per decidersi a cambiare?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *