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venerdì 5 Dicembre 2025,

Vaia, Pradetto: «È trasformazione, non distruzione». Scarzanella: «Non abbiamo potuto cogliere l’opportunità»

Parlano Manuela Pradetto Bonvecchio e Claudia Scarzanella. In foto, la Val Visdende oggi (Gerry De Zolt)

A sette anni da Vaia, la Val Visdende porta ancora visibili le ferite della tempesta che ha sconvolto l’intero arco alpino e cambiato il volto dei boschi comeliani. Nella sola valle si stima che siano stati abbattuti circa 300 mila metri cubi di legname, con le aree di Sesis e Chivion tra le più colpite. Le quattro Regole di San Pietro che fanno parte del Consorzio Visdende sono state quelle più danneggiate e hanno perso complessivamente diverse centinaia di ettari di foresta. «Qui il bosco non è solo un’economia: è parte della nostra identità», racconta la presidente del Consorzio, Manuela Pradetto Bonvecchio. (…)

Oggi molti guardano alle strade o ai boschi e vedono “distruzione”. «Non sempre è passato il messaggio giusto», replica Manuela Pradetto Bonvecchio. «Credo, invece, che qui ci sia una trasformazione e che, insieme al paesaggio, si stiano trasformando anche i nostri enti. Nonostante tutto, la rinascita si vede. Nelle zone più esposte e soleggiate, come la costa di Chivion e Pian del Polo, si notano chiaramente nuovi germogli e una rigenerazione spontanea del bosco». (…)
Yvonne Toscani

«Non abbiamo colto l’opportunità? Beh, mi sembra evidente».
Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato, parla con cognizione di causa dei milioni di alberi abbattuti da Vaia, visto che è titolare della Segheria Traiber di Zoldo.
«Ma è chiaro che non si può cogliere l’opportunità quando non si hanno comunque alla base un’organizzazione, una filiera, degli strumenti che possano permettere di affrontare anche i momenti emergenziali». Anzi: «Un momento emergenziale è già di per sé un qualcosa che va a creare difficoltà: è chiaro che se già c’è debolezza all’interno del settore la fragilità aumenti, piuttosto che si crei l’occasione per diventare più forti e più solidi».

Claudia Scarzanella.

Ma Vaia ci ha insegnato qualcosa, vero?
«Sicuramente Vaia ha permesso di prendere coscienza e consapevolezza, a livello di opinione pubblica, dell’importanza della gestione del bosco, anche della fragilità del bosco e del territorio. Che è legata comunque al cambiamento climatico, agli eventi estremi che ormai sono diventati purtroppo routine. Sicuramente questi temi non sono più appannaggio degli addetti ai lavori, ma sono diventati un po’ di dominio pubblico, e questo sicuramente fa bene a tutta la filiera. Perché comunque quando c’è attenzione nei confronti del bosco, c’è secondo me anche l’opportunità di una rinnovata sensibilità nei confronti dell’uso del legno e delle caratteristiche che esso ha». (…)

L’eredità di Vaia?
«Con gli schianti e con il bostrico la qualità del legname è molto scaduta, e noi qui ci siamo sempre detti che dobbiamo puntare non alla quantità, ma alla qualità in provincia di Belluno. Allora mi pare interessante fare un ragionamento diverso: possiamo forse intraprendere un percorso di cambiamento culturale dove presentiamo il valore dei prodotti che vengono dalla natura: il legno non è plastica, non possiamo costruirlo e fabbricarlo, dobbiamo utilizzare quello che c’è. Credo che questo messaggio sia importantissimo, sia per stimolare l’imprenditore a ad avere un approccio nuovo con il proprio lavoro, con la materia prima che è cambiata e quindi con il proprio mercato, sia per favorire un approccio diverso da parte della clientela». (…)
Luigi Guglielmi

Sul numero 43 dell’Amico del Popolo “di carta” del 30 ottobre, in distribuzione questa settimana (su abbonamento, in edizione digitale e in edicola), puoi leggere per intero lo speciale sui sette anni dalla tempesta Vaia.

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1 commento

  • Il problema ci invita a trovare soluzioni per una conoscenza del problema” bostick”, modi di combatterlo e gestirlo.
    Ai giovani un augurio per poter vivere in montagna, rispettandola e amandola.
    Mario.

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