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lunedì 15 Dicembre 2025,

Nascite, tra 20 anni 20 mila attivi in meno

L'editoriale del sociologo Diego Cason sul numero 43 dell'Amico del Popolo datato 30 ottobre 2025

In provincia di Belluno nel 2000 nacquero 1.871 bambini, ventiquattro anni dopo ne sono nati 1.063 con una variazione delle nascite di -808 che corrisponde ad una riduzione del 43,2%. Una riduzione molto pesante. Ma quanto pesante? Storicamente non è la diminuzione più rilevante: ad esempio, dal 1920 al 1944, le nascite in provincia diminuirono del 53% (da 9.328 a 4.392) oppure, dal 1960 al 1984, diminuirono del 51% (da 3.784 a 1.858). I dati preoccupanti sono che 1.063 nati sono il minimo storico per la provincia, da quando esiste nella forma attuale, e che questo minimo non assicura il ricambio naturale della popolazione residente.

Ne deriva che, se non cambiano il costume riproduttivo e i flussi migratori in entrata, per mantenere stabile la popolazione, e assicurare la sostituzione degli attivi attuali, si potrà ricorrere solo alla immigrazione interna o estera. I conti sono semplice aritmetica: le persone attive da 40 a 59 anni sono oggi 56.863, gli attivi da 20 a 39 anni che dovrebbero sostituirli nei prossini 19 anni sono 39.021. Ne mancheranno 17.842. Anche gli attivi che oggi hanno 20-39 anni dovranno essere sostituiti dai giovani che oggi hanno da 0 a 19 anni che sono 29.374. Anche in questo caso ne mancheranno 9.647. Gli stranieri oggi residenti in provincia sono 13.455 e sono già compresi nei calcoli appena fatti. Dubito che senza politiche attive nei prossimi vent’anni la provincia possa attrarre altri 25mila immigrati se, in 30 anni, ne ha attirati poco più della metà. Fingiamo che nulla cambi: tra venti anni avremo circa 20 mila produttori di reddito in meno rispetto ad oggi. È probabile che una parte dei lavoratori mancanti potranno essere sostituiti dall’innovazione tecnologica ma non gli imprenditori, i professionisti e i tecnici.

Perciò la questione è centrale per garantire la stabilità demografica ed economica del Bellunese. La rilevanza del problema si manifesta nel tasso di fecondità totale che nel 2024 è di 2,2 figli per donna feconda nel mondo, di 1,38 nell’UE (27), di 1,18 in Italia, di 1,20 in Veneto di 1,14 in provincia di Belluno. Il calo delle nascite in provincia è stato del 43%, il quattordicesimo peggior risultato tra le 107 province italiane, al Nord solo la Valle d’Aosta ha avuto un calo più pesante del nostro. Il tasso di fecondità provinciale ci colloca al 46° posto in graduatoria su 107 province. Solo Rovigo in Veneto ha un tasso inferiore.

Uno dei principali motivi per cui nascono meno bambini è l’età media delle madri al parto che, in provincia di Belluno, è 32,2 anni, inferiore alla media italiana che è 32,6 e a quella delle altre province venete. È, al netto di tutte le altre cause, evidente che, se assumiamo un’età biologicamente fertile dai 12 ai 42 anni, averla elevata a 32 anni significa ridurne la durata del 50%, con ovvie conseguenze sulla natalità. Se poi le comunità non sono amichevoli verso le madri, i bambini e le famiglie allora è un miracolo se non ci siamo ancora estinti.

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2 commenti

  • Piangiamo e consoliamo.

  • I cattivi maestri hanno demolito i grandi valori della famiglia, della scuola e della società in generale, sostituendoli con il nulla e creando così immaturità e disorientamento. I giovani sono succubi della tecnologia e affamati di cure di affetto di compagnia che non trovano più nei vecchi valori. Così ne cercano altri e si organizzano in gruppi pericolosi che li dirottano su strade pericolose e violente. È una società paurosa quella che si prospetta e qualcuno se ne sta accorgendo, anche se tutti vorrebbero addossare la colpa agli altri e anche questo è segno di immaturità. Siamo tutti colpevoli e, se continuiamo così, corresponsabili di questi fallimenti.

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